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Unione Italiana Ornitofili
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È tempo di cove!

Nel nostro emisfero gli uccelli iniziano l’attività riproduttiva nel mese di marzo. L’Italia, però, con le sue montagne e le sue pianure, con climi che vanno dal marittimo al continentale, propone diversi tipi d’ambiente, e pertanto l’inizio della stagione delle cove varia dalla metà del mese di febbraio fino a tutto aprile. Gli uccelli selvatici hanno comportamenti che non mutano nel tempo e con le generazioni. La variabilità individuale ha limiti ristretti, oltre i quali la stessa sopravvivenza è messa in gioco. Gli uccelli domestici, al contrario, sia per le trasformazioni occorse in centinaia di anni d’allevamento, sia per l’opera diretta dell’uomo, hanno modificato gran parte del loro comportamento, adattandolo alle mutate condizioni della vita domestica. In alcune occasioni, e tra queste in particolare nel periodo della riproduzione, è richiesto, a volte è anzi necessario, l’intervento dell’uomo.

I fattori che influenzano la cova
Il fattore principale che stimola la maturazione delle gonadi è l’allungamento del fotoperiodo (in altre parole la lunghezza della giornata); a questo vanno aggiunti l’aumento dell’intensità della luce e della temperatura. Gli allevatori intervengono spesso aumentando artificialmente tali fattori, per ottenere la prima deposizione delle uova con anticipo rispetto alla stagione naturale. A tale scopo vengono adoperati particolari apparecchi temporizzatori che, oltre ad aumentare le ore di luce giornaliere, creano un’alba e un tramonto artificiali. L’uso di questi apparecchi è semplicissimo, ma l’esito è a volte incerto. Infatti, se non s’interviene contemporaneamente ed efficacemente su tutte le altre componenti ambientali (temperatura, umidità, alimentazione ecc.), si rischia di alterare i bioritmi naturali degli uccelli, creando situazioni imprevedibili e incontrollabili (false mute, squilibri metabolici, ecc.). Per cominciare le cove con buone speranze di successo, una temperatura ambientale idonea non dovrebbe essere inferiore ai 15°C. Temperature più basse possono provocare numerosi inconvenienti: difficoltà nella deposizione, uova non feconde, scarsa alimentazione dei giovani da parte dei genitori. La temperatura ottimale nel periodo delle cove va comunque dai 18 ai 22°C. Valori superiori possono, infatti, anch’essi influire negativamente sulla riproduzione, soprattutto se accompagnati da alti tassi d’umidità.

La famosa ‘preparazione’ alle cove
È uso comune e sbagliato tentare di influire direttamente sulla forma amorosa dei propri animali, forzando il metabolismo dei soggetti mediante la somministrazione di alimenti o integratori, considerati come ‘stimolanti’. A chi non è capitato, chiedendo ad amici esperti o al negoziante sotto casa, di vedersi consigliare questo o quell’alimento, un prodotto vitaminico miracoloso o una magica formula di un pastone, che fa deporre uova a dozzine? Niente di più sbagliato ed inutile!
In realtà la quantità di proteine contenute nei semi e nei pastoni é indubbiamente superiore alle esigenze dei nostri amici pennuti. Stesso discorso per le vitamine che, com’è noto, agiscono in piccolissime quantità, già presenti in una dieta equilibrata. Un eccesso di queste sostanze è dannoso e influisce negativamente proprio sull’andamento del periodo riproduttivo.

Antibiotici: uso ed abuso
 Altro uso (o abuso!) assolutamente da evitare, nonostante sia, purtroppo, comune, è quello di imbottire gli uccelli, poco prima dell’inizio della riproduzione, di sostanze medicinali, in particolare antibiotici. L’uso indiscriminato di questi farmaci può portare ad esiti molto negativi. Lo scopo dichiarato di questo trattamento è quello di prevenire eventuali e future patologie in allevamento. In realtà si finisce proprio per favorirne l’insorgenza. Proviamo, infatti, a fare un paragone con l’uomo: prendereste mai voi degli antibiotici o altri prodotti medicinali perché, pur essendo sani, pensate che in futuro potreste, prima o poi, ammalarvi? Certamente no! L’efficacia di un antibiotico è notoriamente limitata nel tempo, 24-48 ore oltre le quali, terminata la somministrazione e scemando i livelli sierici del prodotto, la stessa scompare. Si rischia, inoltre, con il loro uso incontrollato, di creare ceppi batterici resistenti ad eventuali future somministrazioni. Infine va ricordato come antibiotici, sulfamidici ed altri chemioterapici hanno tutti una certa tossicità, debilitando proprio i nostri amici pennuti che volevamo ingenuamente proteggere dalle malattie. Pertanto non somministrate mai senza causa (cioè malattia) medicinali, e quando dovete farlo, ricorrete sempre ad un veterinario.

Prima delle cove, che fare?
Nel periodo immediatamente antecedente alle cove, alcune accortezze nei confronti dei vostri uccelli sono in ogni caso necessarie. Curate in particolare le femmine, evitando ambienti troppo freddi e fornendo un’alimentazione abbondante ma equilibrata. Evitate eccessi di proteine e di vitamine, e fornite spesso verdura, in particolare piante selvatiche, ricche di semi immaturi (centocchio, borsa di pastore, senecio, dente di leone). Infine, accorciate le unghie ed il becco ai soggetti.







Unione Italiani Ornitofili, 2007
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