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Unione Italiana Ornitofili
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La quarantena
La messa in quarantena, o “quarantena” propriamente detta, evoca le navi commerciali del XVIII° secolo, consegnate in porto con tutto l ‘equipaggio al ritorno dall’Estremo Oriente. Poiché spesso su questi bastimenti era presente la peste, allora malattia incurabile, l’obbligo di un soggiorno forzato in porto, durante quaranta giorni, era considerato indispensabile per escludere la presenza di malattie contagiose in incubazione e l’eventuale loro risoluzione spontanea, per la morte dei malati e la selezione dei sopravvissuti, guariti o immuni.
Lo sviluppo delle conoscenze mediche, la scoperta degli antibiotici e la fabbricazione di sieri e vaccini hanno contribuito a far scomparire queste disposizioni sanitarie costrittive, a volte anche crudeli. La norma resta valida per i passeggeri di aerei sospetti di ‘portare’ un qualche virus esotico, senza però che si possa paragonare l’attuale quarantena a quella del passato.
Il mondo animale è sottoposto alle stesse norme, destinate ad evitare eventuali rischi di epidemie, ma queste disposizioni hanno spesso conservato, se non accresciuto, il loro rigore igienico. Così, insieme a banali quarantene comprese nella legge per routine, e che si applicano normalmente all’import-export, esistono anche misure realmente ‘drastiche’ ed improvvise.
Grazie a recenti misure di protezione che regolano le quote di uccelli che possono essere importati (riducendone il numero), il valore di ogni individuo è notevolmente aumentato, secondo il principio che ciò che diviene più raro è anche più ‘caro’. Questo porta naturalmente gli importatori e gli allevatori ad occuparsi di soggetti che rappresentano un vero e proprio investimento economico. Le eventuali cure sono applicate agli esemplari malati, ma presentano anche un aspetto preventivo nel periodo di quarantena.
La prevenzione può consistere nella somministrazione di un farmaco antinfettivo, in particolare antibiotico, destinato, in teoria, a bloccare un’eventuale infezione latente. Questo metodo è da sconsigliare per molti motivi. Prima di tutto, senza esame batteriologico ed antibiogramma non si sa di quale patologia si tratti e non esistono antibiotici in grado di ‘colpire’ tutti batteri. La seconda obiezione riguarda il rischio di distruggere la flora batterica intestinale, favorendo l’apparizione di micosi. La terza è la certezza di creare ceppi batterici resistenti all’antibiotico utilizzato. Infine, questi farmaci non hanno alcuna azione né sui virus, né sui prioni.
La quarantena è, per contro, un momento fondamentale di scelta, per stabilire un bilancio diagnostico e prognostico, con grande valore preventivo, poiché si tratterà, con farmaci adatti, specificatamente solo ciò che eventualmente sarà stato scoperto. Esistono esami parassitologici delle feci o del sangue, o semplici esami del sangue, che permettono di scoprire l’eventuale presenza di batteri o di virus. Per gli uccelli di una certa taglia o di un certo valore commerciale, come alcune specie di pappagalli, la quarantena deve essere anche un momento di scelta per identificare ogni uccello, anche con un microchip, dandogli un’identità definitiva, così come per compilargli una scheda sanitaria, utile anche per il futuro.
Esiste poi un altro tipo di quarantena che riveste grande importanza. È quella particolare che ogni allevatore deve fare quando un nuovo soggetto entra in allevamento. È necessario sistematicamente isolare il nuovo arrivato, in una gabbia a parte e in un ambiente differente da quello dove sono tenuti gli altri uccelli. Ciò permette l’acclimatazione progressiva dell’animale alle nuove condizioni ambientali di vita. Inoltre in tal modo è possibile osservarlo comprendendone il comportamento, le abitudini alimentari e la personalità.  Infine, ciò eviterà soprattutto l’introduzione di una malattia contagiosa in incubazione, che potrebbe decimare l’intero allevamento.
Esistono purtroppo molti esempi al riguardo. Recentemente un allevamento di psittacidi è stato distrutto a causa di una paramixovirosi introdotta da un diamante australiano portatore sano. In un altro caso, due allevamenti di diamanti di Gould, di altissimo livello espositivo, sono stati decimati da un herpes virus fulminante.
In conclusione, porre in quarantena un gruppo di soggetti o anche un singolo individuo è una precauzione indispensabile, che arriva a noi sin dal passato con le stesse, immutate, motivazioni. Il miglioramento delle condizioni sanitarie e l’aumento delle conoscenze mediche non devono mai farci ‘abbassare la guardia’.





Unione Italiani Ornitofili, 2006
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