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Unione Italiana Ornitofili
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NEWS Patologia Aviare Febbraio 2015
Aviaria, positività a Mira (Venezia) in germani da richiamo
Il Ministero della Salute ha informato i Servizi Veterinari e la Commissione
Europea del secondo focolaio LPAI dell
’anno. La conferma è arrivata il 6 febbraio dal Centro di Referenza Nazionale presso l’IZS delle Venezie. Il Centro ha confermato con la metodica PCR-RT una positività per un virus influenzale di tipo A sottotipo H5 a bassa patogenicità, in campioni prelevati da germani da richiamo siti nel Comune di Mira,
Provincia di Venezia, Regione Veneto. In conformit
à a quanto prescritto dalla normativa vigente, d.lgs n. 9/2010 di attuazione
della Direttiva 2005/94/CE, i Servizi veterinari competenti per territorio
stanno provvedendo ai controlli dei restanti germani da richiamo, pari a circa
40 soggetti, e successivamente all
’abbattimento dei capi. E’ stata istituita una zona di restrizione di 1 km di raggio dall’insediamento nella quale non si rileva la presenza di nessun allevamento di
pollame n
é di tipo commerciale né amatoriale. L’animale positivo era stato sottoposto a prelievo in conformità a quanto disposto dal provvedimento DGSAF prot. n. 323 dell’8 gennaio 2015, con il quale sono state impartite indicazioni agli allevatori di
uccelli da richiamo, il cui utilizzo era stato sospeso in forza del focolaio
HPAI H5N8 del Comune di Porto Viro dello scorso mese di dicembre 2014.
Aviaria: Piano Nazionale di Sorveglianza 2015
Analizzata l’epidemiologia e i rischi, il Ministero ha predisposto il Piano Nazionale
Influenza Aviaria del 2015. Strategie rispondenti alle caratteristiche del
sistema produttivo avicolo italiano, alle variabili geografico-ambientali, ai
fattori meteo-climatici e migratorio-stagionali. Il Piano dovr
à essere portato a termine entro il 31 dicembre. Sulla base dell’‘analisi della situazione epidemiologica e dei fattori di rischio è stata ridistribuita la numerosità campionaria e ridefinitala frequenza del campionamento negli allevamenti
avicoli a livello nazionale. In particolare,
è stata presa in considerazione la concentrazione e la tipologia delle aziende
avicole in zone ad alta densit
à. Per i dati di popolazione, il Ministero della Salute ha fatto riferimento alla
Banca Dati Nazionale (BDN) predisponendo di conseguenza la mappatura geografica
degli allevamenti
e della consistenza delle specie considerate a maggior rischio.
Il metodo di sorveglianza da attuare nel 2015 in Italia è stato definito in base al rischio, tenendo in considerazione i seguenti
fattori:
ubicazione delle aziende avicole in zone ad alta densità di volatili selvatici migratori (Allegato 1), in particolare di quelli definiti
“specie bersaglio” per l’individuazione del virus H5N1 dell’HPAI, elencati nella parte 2 dell’Allegato II della Decisione della Commissione 2010/367/UE;
presenza di aree ad alta densità di aziende avicole (DPPA) (Allegato 2);
struttura e gestione del sistema produttivo avicolo;
situazione epidemiologica presente e pregressa (fattori di rischio di
introduzione diffusione rilevati nel corso delle precedenti epidemie);
flusso e tipologia di scambi commerciali;
tipologia produttiva e biosicurezza degli allevamenti commerciali di specie a
rischio (presenza nell
’azienda di categorie di pollame a lunga vita produttiva, multietà e multi specie);
presenza di aziende avicole in cui il pollame o altri volatili sono tenuti all’aperto in strutture che non possono essere sufficientemente protette dal
contatto con i volatili selvatici.
Popolazione target - Nel 2015 saranno sottoposte a campionamento le seguenti specie e categorie di
pollame: a) galline ovaiole; b) galline ovaiole free-range; c) polli
riproduttori; d) tacchini riproduttori; g) quaglie riproduttori; h) tacchini da
ingrasso; i) anatre da ingrasso; j) oche da ingrasso; k) selvaggina da penna di
allevamento (gallinacei), soprattutto uccelli adulti e riproduttori; l)
selvaggina da penna di allevamento (acquatici). Inoltre nell
’ambito della sorveglianza, saranno individuati in base alla valutazione del
rischio, allevamenti rurali e free-range. Le caratteristiche di tali
allevamenti infatti li rendono maggiormente soggetti a nuove introduzioni
virali. In considerazione della breve vita produttiva, saranno invece esclusi
dal piano di monitoraggio i broiler e le quaglie da carne. Sono considerati a
rischio d
’introduzione gli allevamenti, in particolare quelli free-range, ricadenti nelle
aree di svernamento del germano reale. Tali aree sono, per la gran parte,
sovrapponibili alle aree densamente popolate di avicoli e sono state quelle
maggiormente colpite nelle epidemie italiane di LPAI e HPAI. Dato che la
maggior parte degli allevamenti free-range
è di tipo rurale, un numero di tali allevamenti verrà campionato con cadenza semestrale (in concomitanza con le rotte migratorie, in
primavera e autunno) per valutare la possibile introduzione virale. Sulla base
della situazione di rischio e del riscontro, anche nel 2013, di circolazione di
virus influenzali a bassa patogenicit
à nel settore rurale e ornamentale, risulta indispensabile ricomprendere tali
categorie nell
’ambito del piano di sorveglianza. I controlli verranno effettuati con modalità e cadenze differenti in relazione alle specie allevate e alle caratteristiche
dei flussi commerciali. Il Ministero della Salute con il DM 25 giugno 2010 ha
emanato un provvedimento per il settore avicolo rurale, definito sulla base del
rischio. In 7 Province oltre il 70% della produzione nazionale- La maggiore
numerosit
à di allevamenti è presente in una macroarea area che ricomprende gran parte della Regione del
Veneto e della Lombardia (province di Verona, Vicenza, Padova, Brescia,
Mantova, Cremona e Bergamo), nella quale sono concentrate oltre il 70% delle
produzioni avicole nazionali. Prendendo in considerazione le specie che
risultano a maggior rischio di infezione e il numero di focolai di influenza
aviaria in allevamenti industriali nel corso degli ultimi 5 anni, sono state
identificate delle province ad alto rischio, in cui attuare un monitoraggio con
frequenza elevata (appartenenti alle regioni: Emilia Romagna, Lombardia,
Piemonte e Veneto), e altre province a rischio medio da sottoporre a
monitoraggio con frequenza meno elevata (regioni: Lazio, Umbria e Marche).
Province da sottoporre a monitoraggio a frequenza elevata:
- Emilia Romagna: province di Forlì-Cesena, Bologna e Ravenna;
- Lombardia: province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova;
- Piemonte: province di Cuneo e Torino;
- Veneto: Province di Padova, Verona e Vicenza.
Province da sottoporre a monitoraggio a frequenza meno elevata:
- Lazio: province di Roma e Viterbo;
- Umbria: province di Perugia e Terni.
- Marche: province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino
Biosicurezza ovunque - In tutti gli allevamenti a livello nazionale è obbligatorio attuare piani di biosicurezza come da OM 26/08/2005. Il Piano dettaglia aziende avicole da campionare, le procedure e i periodi di
campionamento, la
frequenza dei test e l’esecuzione dei test di laboratorio. Le misure da applicare in caso di focolaio di virus influenzali sono quelle
previste nella direttiva 2005/94/CE e dal
Manuale diagnostico per l’influenza aviaria. In caso di isolamento di virus influenzale tipo A del
sottotipo H5 di cui sia sospetta o confermata l
’appartenenza al tipo di neuroaminidasi N1 verranno adottate le misure stabilite
dalla decisione 2006/415/CE e la decisione 2006/563/CE.
Aviaria ad alta patogenicità: modifiche a movimentazioni e fiere
Dal 16 febbraio 2015 la movimentazione di tacchini da carne su tutto il
territorio nazionale
è subordinata all’esecuzione, con esito favorevole, di alcuni adempimenti dettagliati dalla
Direzione Generale della Sanit
à Animale nella circolare del 12 febbraio scorso ai Servizi Veterinari regionali
e alla Commissione Europea. Le modifiche riguardanti le movimentazioni
sostituiscono le disposizioni contenute all
’articolo 1 del provvedimento dirigenziale del 28 gennaio 2015.
Condizioni per la movimentazione - In particolare, per autorizzare la movimentazione è necessaria una ispezione veterinaria ufficiale da effettuarsi nei 5 giorni
precedenti il primo carico e che sia eseguito il prelievo di 5 tamponi
tracheali e 5 prelievi di sangue, per capannone, fino ad un massimo di 20
campioni tamponi tracheali per la ricerca dell
’antigene virale e 20 prelievi di sangue per il test sierologico nei 5 giorni
precedenti il primo carico; nel caso in cui nell
’allevamento fosse presente un solo capannone dovranno comunque essere effettuati
10 tamponi tracheali e 10 prelievi di sangue. La Direzione ministeriale dispone
inoltre che al momento della visita in allevamento il Veterinario ufficiale,
nel caso di evidenza di mortalit
à anomala, oltre all’adozione dei provvedimenti previsti dalla normativa in materia di influenza
aviaria conferisce all
’IZS competente per territorio almeno 10 soggetti, distribuiti nei capannoni
coinvolti. Infine, per il prelievo dei campioni i Servizi Veterinari possono
avvalersi della collaborazione dei veterinari aziendali delle filiere avicole
”.
Fiere e mercati - Anche il comma 2 dell’articolo 3 del provvedimento dirigenziale del 28 gennaio viene sostituto,
disponendo che ler Regioni possono autorizzare in deroga le manifestazioni
espositive
amatoriali e i mercati avicoli a condizione che vengano applicati i protocolli
di cui agli allegati II e III
” del provvedimento dirigenziale.
Disposizioni mantenute - Tutte le altre disposizioni contenute nel provvedimento dirigenziale del 28
gennaio 2015,
“compresi gli Allegati I, II e III” sono mantenute. Il sussistere di situazioni di rischio di introduzione di virus
influenzali in allevamenti presenti sul territorio nazionale rende opportuno
mantenere in vigore alcune misure di controllo, per garantire una pronta
individuazione di ulteriore circolazione di virus influenzali, e di
biosicurezza per prevenire la possibile introduzione di virus influenzali.
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