Unione Italiana Ornitofili
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News Patologie Aviarie Febbraio 2010


Aviaria, AH5 e AH7 in Veneto e Toscana
Le attività di sorveglianza dell’influenza aviaria hanno prodotto nuove notifiche per la Commissione Europea, informata il 22 e il 26 gennaio dalla Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario di due focolai di influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI). Si tratta di un hobby flock di 1658 volatili in provincia di Rovigo e un allevamento rurale nella zona di restrizione istituita nella provincia di Pisa. La conferma dei focolai è stata data dal Centro di Referenza nazionale per l’influenza aviaria presso l’IZS delle Venezie, che ha rispettivamente confermato la sieropositività per virus influenzale tipo A sottotipo H7, a bassa patogenicità, su campioni prelevati nell’allevamento pisano e per virus influenzale tipo A sottotipo H5 in quello veneto. Il virus AH5 è stato tipizzato mediante sequenziamento genetico come patotipo LPAI. L’esame è stato condotto in real time PCR su un pool di tamponi tracheali di tacchino. Entrambe le aziende sono state poste sotto sequestro, applicando le misure previste dalla Direttiva 2005/94.





Direttiva aviaria, in vigore decreto attuativo
È in vigore dal 16 febbraio scorso il Decreto Legislativo n. 9 del 25 Gennaio 2010 “Attuazione della Direttiva 2005/94/CE Relativa a Misure Comunitarie di Lotta Contro l’Influenza Aviaria e che Abroga la Direttiva 92/40/CEE”. Alla luce di recenti acquisizioni scientifiche sui rischi che l’influenza aviaria comporta per la salute pubblica e degli animali, a seguito dello sviluppo di nuovi esami di laboratorio e di nuovi vaccini e sulla base degli insegnamenti ricavati nell’affrontare focolai della malattia scoppiati di recente nella Comunità e in paesi terzi, l’Unione Europea aveva ritenuto di procedere a una profonda revisione delle misure previste dalla direttiva 92/40/CEE.  La Direttiva 2005/94/CE - formalmente adottata con il Decreto Legislativo 9/2010 in vigore da oggi - ha stabilito nuove e più rigorose misure comunitarie di lotta contro l’Influenza aviaria abrogando la Direttiva 92/40/CEE. In particolare la Direttiva attuata stabilisce: a) le misure preventive relative alla sorveglianza, all’individuazione precoce dell’influenza aviaria, nonché alla sensibilizzazione delle autorità competenti e degli allevatori e a una loro maggiore preparazione ai rischi che tale malattia comporta; b) le misure minime di controllo da applicare in caso di comparsa di un focolaio di influenza aviaria nel pollame o in altri volatili in cattività, nonché per l’individuazione precoce di una possibile trasmissione dei virus dell’influenza aviaria ai mammiferi; (c) altre misure sussidiarie volte ad impedire la diffusione di virus influenzali aviari ad altre specie.




Usa: scienziato crea in laboratorio virus dell’influenza-killer
È la dimostrazione che la trama di innumerevoli film e romanzi non era poi così campata per aria. Ma che il pericolo generato dal gruppo terroristico che si impossessa di un’arma biologica è qualcosa di plausibile. Sono infatti stati creati in provetta virus dell’influenza aviaria «cattivissimi» e molto bravi a trasmettersi e quindi con tutte le carte in regola per divenire pandemici (anche se ovviamente rimarranno confinati in laboratorio): sono nati dal riassortimento genetico (cioè dal miscuglio di geni di due organismi diversi) di un normalissimo virus dell’influenza stagionale (H3N2) e del virus dell’aviaria H5N1.  Lo sviluppo di questi ceppi virali ibridi altamente patogeni e contagiosi si deve a un super-esperto di influenza e pandemia, Yoshihiro Kawaoka, virologo della University of Wisconsin-Madison, con l’intento di dimostrare che lo scambio di geni tra un normale e poco pericoloso virus dell’influenza e il virus dell’aviaria può veramente produrre un«influenza killer». Pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, lo studio suona quindi come un avvertimento: l’influenza suina (H1N1) ci ha fatto dimenticare l’aviaria, ma invece una pandemia potrebbe arrivare proprio dall’aviaria, se H5N1 imparasse a trasmettersi bene agli uomini. Il virus dell’aviaria H5N1 si è diffuso nel mondo attraverso stormi di uccelli. Non è sfociato in una pandemia perchè H5N1 non è abbastanza abile nel contagiare gli esseri umani quindi la sua efficienza di trasmissione è bassa. Ma da sempre i virologi dicono che un virus come H5N1 potrebbe ricombinarsi con un normale virus dell’influenza stagionale e formare un ibrido molto nocivo e in grado di diffondersi rapidamente.