Unione Italiana Ornitofili
NEWS UIO Novembre 2015

Milano, salvato cigno con amo infilato nel becco

Il 4 mattina, presso la Cava Cabassi di Milano, gli operatori di ENPA Milano, in collaborazione con il Nucleo Sommozzatori della Polizia Locale di Milano, sono intervenuti per catturare un cigno in difficolt à a causa di un amo da pesca che gli si era infilzato nel becco. Già in precedenza alcuni passanti avevano chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco per catturare l’animale, ma nonostante il loro immediato intervento con l’ausilio di un gommone, il tentativo non era andato a buon fine. Una volta sul posto, gli operatori di ENPA Milano hanno potuto contare sulla collaborazione della squadra di sommozzatori della Polizia Locale, gi à presenti sul posto per una dimostrazione programmata per gli studenti di una scolaresca. Una volta spiegata la situazione e terminato il loro intervento, si sono offerti di aiutare ENPA Milano nel recupero dell ’animale, che iniziava a dare segni di stanchezza probabilmente dovuti all’amo da pesca che gli impediva di alimentarsi regolarmente. Dopo essere stato “spinto” fuori dall’acqua dai sommozzatori, che sono riusciti a impedirgli successivamente di rientrare nello specchio d ’acqua, l’animale è stato catturato con la collaborazione di alcune persone presenti sul posto che gli hanno impedito di prendere altre vie di fuga. Una volta trasferito presso la clinica veterinaria di ENPA Milano, i medici veterinari hanno immediatamente provveduto a rimuovere l ’amo dal becco del malcapitato cigno, che successivamente  è stato anche sottoposto ad esame radiografico per accertare che non avesse ingerito piombini da pesca, che secondo il racconto dei passanti sarebbero stati visti inizialmente collegati all ’amo che aveva trafitto il becco del cigno e che al momento della cattura invece non erano pi ù presenti.




Venezia, chiude negozio di animali, in vetrina pappagalli morti

Il negozio di animali nel veneziano è oramai chiuso da un mese, ma in vetrina boccheggiavano pappagallini e roditori. Alcuni non boccheggiavano pi ù: giacevano privi di vita in bella mostra, per i passanti. Da giorni, evidentemente, il proprietario (che, a detta di quanti lo conoscevano nei dintorni, aveva nutrito gli animali) aveva smesso di portare cibo e acqua. Sono dovuti intervenire polizia, Corpo Forestale e la Asl numero 10. Ora gli animali, almeno i superstiti, sono stati trasferiti nell ’ambulatorio veterinario della Asl.




Il biancone salvato a Torino tornerà libero in primavera

Aspetterà il prossimo passaggio migratorio  il giovane rapace Biancone che un mese fa venne salvato dai veterinari del Centro Animali Non Convenzionali della Facolt à di Medicina Veterinaria dell’Università, convenzionato con la Città Metropolitana A Torino. L’esemplare di Biancone, nato probabilmente in ritardo, non ha fatto in tempo a seguire i suoi simili verso l ’Africa. Trascorrerà, quindi, l’inverno in un tunnel di riambientamento ad Avigliana, per essere liberato nella prossima migrazione.




Così si orientano gli uccelli marini

A chi si sposta in mare per diletto, per lavoro o per necessità capita spesso d’incontrare al largo uccelli che, pur essendo lontanissimi dalla costa, sanno arrivare con disinvoltura nelle aree di pesca e senza perdersi sono capaci di fare ritorno al loro nido sulla terraferma. Ogni volta che li si vede volare per giorni e giorni sopra i flutti, un senso di ammirazione immancabilmente ci pervade e subito pensiamo: «Come fanno a spostarsi su grandi distanze in assenza di riferimenti?». In realtà una chiave di lettura di questo loro comportamento, ritenuto per lungo tempo un mistero, oggi c ’è ed è stata trovata da un team internazionale composto da ricercatori del Cnr dell’Istituto dei Sistemi Complessi di Sesto Fiorentino e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che hanno lavorato insieme a colleghi portoghesi e britannici. Attraverso un ’innovativa analisi eseguita in modo non invasivo sui movimenti degli uccelli marini, hanno dimostrato che usano una «mappa olfattiva» per orientarsi in volo. Questi uccelli, capaci di spostarsi in spazi aperti come i piloti dotati di tutte le pi ù moderne tecnologie, pare che per le loro traversate utilizzino come bussola gli odori presenti nell ’ambiente marino, probabilmente quello del dimetilsulfuro – un composto naturale prodotto dal metabolismo della clorofilla del fitoplancton e molto comune negli oceani e nei mari. La conferma è arrivata da uno studio eseguito su 210 esemplari di berte appartenenti a tre specie diverse provenienti da sette colonie - Calonectris borealis (berta maggiore dell’Atlantico settentrionale), Calonectris diomedea (berta maggiore del Mediterraneo) e Calonectris edwardsii (berta di Capo Verde) – per comprendere i loro meccanismi fisiologici e comportamentali. «Il modello matematico di orientamento olfattivo in presenza di turbolenze atmosferiche ha dimostrato che questi uccelli, parenti degli albatros, associano determinati odori alle correnti del vento che arrivano da diverse parti della colonia », spiega Stefano Focardi, primo ricercatore dell’Isc del Cnr di Firenze. «È proprio la percezione o meno di questi odori, a seconda della loro soglia di concentrazione nell ’aria, a guidare il volo che passa da momenti di navigazione “casuale” a spostamenti precisi verso l’obiettivo basati sulle tracce olfattive». A questa conclusione i ricercatori sono giunti svolgendo studi statistici sul loro volo. In un primo momento hanno pensato che questi uccelli si spostassero con un moto irregolare che a voli corti fa seguire voli lunghi. Ma non tutti gli uccelli seguivano questo schema. Uno dei ricercatori ha allora ipotizzato un modello di spostamento basato su una «bussola» a odori ambientali. E a questo punto i dati combaciavano: il volo delle berte ha un parametro di tortuosit à diverso. Ora bisognava ottenerne la conferma sul campo. È stata quindi organizzata una verifica sperimentale sugli uccelli che vivono negli anfratti delle rocce di Linosa, isola non lontana da Pantelleria. A ognuno è stato attaccato con nastro adesivo sulle penne della schiena un apparecchio Gps capace di memorizzare i dati relativi al volo durante l ’approvvigionamento di cibo. Una volta tornati dalla caccia, gli esemplari venivano ripresi e i dati scaricati. Mettendo insieme i punti registrati ogni 10 minuti, si è composto un grafico che evidenziava il tragitto degli uccelli. Iniziano a muoversi a caso sul mare fino a quando incappano in una corrente d ’aria associata a un odore: a questo punto sanno dove andare e il volo diventa diritto e preciso fino all ’obiettivo.




Bergamo, sequestrate reti e fringillidi: deferito il responsabile

Prosegue incessante l’azione del Corpo Forestale dello Stato nel contrasto alla cattura per “uccellagione” di fringillidi/passeriformi in passaggio migratorio nelle Valli Bergamasche. Nello specifico, il personale del Comando Stazione Forestale di Gromo (BG), gi à in precedenza distintosi per analoghe attività e specializzato nel contrasto a tutte le forme di “bracconaggio”, a seguito di attività info-investigativa ed appostamenti (diurni e notturni), coglieva sul fatto un residente della zona nonch é proprietario dei terreni, nell’ atto di controllare eventuali catture nelle reti da lui fissate oltre a posizionare delle gabbie contenenti uccelli da richiamo. I Forestali, preventivamente appostati, intervenivano sequestrando reti/gabbie, liberando inoltre dalle stesse un pettirosso ancora vivo . Si estendeva la perquisizione anche al domicilio dell ’ indagato dove venivano posti sotto sequestro 43 uccelli già spiumati e congelati oltre ai 9 richiami vivi. Merli, tordi, pettirossi, fringuelli, cinciarelle sono alcuni tra i passeriformi sequestrati. L ’uccellagione” è severamente vietata dalla legge in materia di caccia ed il relativo esercizio è sanzionato penalmente.




Cambiamenti clima, la fauna in Europa è già a rischio

La fauna selvatica europea non è semplicemente minacciata dai mutamenti climatici ma è già a serio rischio. La ‘sentenza’ è della Royal Society for the Protection of Birds (RSPB), associazione britannica per la protezione degli uccelli, che in un rapporto sottolinea che gli effetti dei cambiamenti del clima sono gi à visibili e che non faranno altro che accentuarsi nel corso di questo secolo. “Il cambiamento climatico è la più grande minaccia a lungo termine per le persone e per la fauna selvatica - scrive Martin Harper, direttore per la conservazione di RSPB -, ne stiamo gi à osservando gli impatti”. Di esempi il rapporto “The Nature of Climate Change” ne illustra diversi. A cominciare dagli eventi meteo estremi, diventati più frequenti e più intensi. Primavere piovose e con molto vento, spiegano i ricercatori, possono provocare la morte in massa di cormorani, una specie di uccello marino di cui il Regno Unito ospita il 45% della popolazione nidificante mondiale. Entro il 2100, aggiungono, un terzo delle specie europee di bombi potrebbe invece perdere l ’80% dell’habitat attuale. Nel Mare del Nord i mutamenti climatici stanno alterando le condizioni marine, con effetti a catena sulle popolazioni di plancton. Quelle in arrivo per gli studiosi sono meno adatte come fonte di cibo per piccoli pesci tipo anguille che sono a loro volta fonte primaria di cibo di gabbiani e altri uccelli marini. Diverse poi le specie che si stanno gi à spostando verso nord o verso luoghi più alti, colonizzando nuove aree. Dal 1900, si legge nel rapporto, almeno 120 nuove specie hanno colonizzato la Gran Bretagna.




Pipistrelli delle Mauritius rischiano lo sterminio

Nelle isole Mauritius per ovviare alla competizione creatasi tra i coltivatori di frutta e i grandi pipistrelli che si nutrono di frutta e sono importanti impollinatori, il governo locale, pressato dalle potenti lobby dei coltivatori, ha pensato di proporre l ’uccisione sconsiderata di migliaia di questi utilissimi mammiferi volanti. Lo riferisce il Wwf spiegando che è un piano di gestione che, se portato avanti, rischierebbe di mettere a serio rischio di estinzione una specie che lo IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) considera in pericolo. Il WWF si sta opponendo, ma anche l ’80% delle popolazioni delle isole si oppone a questo piano, e oltre 10.000 persone hanno sottoscritto una petizione on line su change.org. “Nel caso di questo sconsiderato piano proposto dal Governo delle Mauritius le proteste si levano da pi ù parti, perchè si parte da presupposti errati, perché mancano dati scientifici seri e non vi sono ricerche sistematiche” afferma l’associazione del panda. Secondo i produttori, questi animali danneggerebbero dal 50 al 100% delle loro produzioni frutticole (mango e lici) mentre le evidenze scientifico dimostrerebbero il contrario, e cio è che appena l’11% della produzione sarebbe intaccata. Ancora una volta gli interessi di pochi si contrappongono al buon senso di una societ à civile che in tutti i modi sta respingendo questa condanna a morte per questi animali, che svolgono un ruolo essenziale, disseminano la vita, disperdendo i semi di quei frutti di cui si nutrono e facilitando la ricrescita naturale di questi alberi. Per questa ragione il WWF chiede di opporsi “a questo inutile e irresponsabile massacro che prevede l’uccisione in poche settimane di 18.000 esemplari, oltre il 40% della popolazione stimata di questi pipistrelli della frutta, mettendo a serio rischio il futuro di questa specie oltre ad avere conseguenze future su questi stessi habitat ora inimmaginabili, e mettere in atto piani alternativi. Come l ’adozione di misure di protezione e dissuasione per le coltivazioni, la valorizzazione dei sistemi di prevenzione. Il WWF Internazionale si appella anche al grande pubblico rappresentato dai turisti per scongiurare questa soluzione inaccettabile, firmando l ’appello rivolto al Governo locale”.




Sequestrati un pettirosso e 100 cardellini nel palermitano

Due persone sono state denunciate per vendita di fauna selvatica protetta all’interno del mercato rionale “Ballarò” di Palermo. Si tratta di 100 cardellini e un pettirosso che sono stati successivamente posti sotto sequestro. L ’operazione congiunta è stata condotta dal Centro Regionale Anticrimine Agroambientale e dal Servizio CITES di Palermo del Corpo Forestale dello Stato, unitamente al nucleo cinofili della Polizia municipale. Uno dei due commercianti abusivi inizialmente si è dato alla fuga ma è stato immediatamente inseguito e bloccato da un ispettore della Forestale che durante l ’operazione è rimasto infortunato. Al termine dell’intervento i fringillidi sequestrati sono stati sottoposti ad accertamenti veterinari e, riscontrate le loro buone condizioni di salute, sono stati liberati all ’interno del Parco della “Favorita” di Palermo.




Rinvenute nel reatino in una settimana 4 poiane ferite

Nel corso dell’anno sono stati numerosi gli interventi della Forestale di Rieti a tutela della fauna selvatica in difficolt à, grazie anche alla sensibilità e alla collaborazione dei cittadini che, direttamente o attraverso le segnalazioni, hanno consentito di recuperare gli esemplari di fauna di volta in volta rinvenuti. Gran parte degli animali soccorsi sono rapaci diurni, soprattutto falchi. Nell ’arco dell’ultima settimana sono state recuperate ben quattro poiane ( Buteo buteo) che presentavano lesioni alle ali. Solitamente le lesioni sono di tipo traumatico dovute ad urti sul terreno o con recinzioni, fili per stendere la biancheria, ma in questi ultimi casi le radiografie effettuate hanno evidenziato la presenza di pallini di piombo che hanno provocato le fratture. Il Comando Provinciale di Rieti collabora puntualmente con la struttura del Giardino Faunistico di Piano dell’Abatino per il salvataggio di questi rapaci e per la loro riabilitazione ma non tutti possono essere restituiti alla libert à. Dei quattro esemplari recuperati ultimamente uno non ce l’ha fatta, un altro ha dovuto subire l’amputazione dell’ala e dovrà essere tenuto in cattività, ma per gli altri due dopo un periodo di cure sarà possibile con ogni probabilità riprendere il volo. Le poiane sono animali protetti e la loro uccisione comporta sanzioni penalmente rilevanti, ma per l ’uomo è importante anche il loro ruolo di predatori specializzati all’interno della catena alimentare Infatti la loro scomparsa determinerebbe l’aumento delle prede abituali, come topi, insetti o rettili, che spesso rappresentano un problema.




Roma, OIPA: trovati pappagalli maltrattati e tenuti illegalmente

“Appartenenti a specie protette e detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura, sono stati posti sotto sequestro un esemplare di Ara ararauna e un Conuro della Patagonia. Denunciato il proprietario all ’Autorità Giudiziaria. Le Guardie Zoofile dell’Oipa di Roma li hanno trovati all’interno di una struttura turistica in provincia di Roma, detenuti in una voliera con poca acqua sporca a disposizione e come cibo una mela piena di formiche. Le condizioni generali dei due pappagalli sono apparse subito scadenti, detenuti insieme a galline e altri animali. Il proprietario non è stato in grado di esibire la necessaria documentazione per la detenzione di animali protetti dalla convenzione di Washington, per questo le Guardie Zoofile Oipa lo hanno denunciato per violazione della Legge n.150 del 1992. e per l ’art.727 del Codice Penale”. Così una nota di Oipa Roma. “Purtroppo l’Ara ararauna non ce l’ha fatta, è morta prima del trasferimento, forse a causa delle precarie condizioni e dell’età. Fortunatamente il Conuro si è sta rimettendo, le sue condizioni sono decisamente migliorate dopo il trasferimento disposto dal Tribunale ed eseguito dalle Guardie Zoofile Oipa non senza proteste del proprietario. Il Conuro della Patagonia è stato chiamato Patà ora è curato e coccolato in una bella voliera da volontari esperti della specie”.




Bergamo, sequestrata rete per uccellagione e gabbie con uccelli da richiamo

Prosegue incessante, nel territorio delle Prealpi Bergamasche, l’attività del Corpo Forestale dello Stato finalizzata alla repressione reati in ambito venatorio coordinata dal Comando Provinciale di Bergamo. Solo a seguito di un ’ intensa attività info-investigativa, corroborata dalla puntuale conoscenza del territorio, il personale del Comando Stazione Forestale di Trescore Balneario (BG) in area boschiva del Comune di Gandosso (BG), ha bloccato, deferendolo all ’ Autorità Giudiziaria, un residente nella zona intento a recuperare uccelli illegalmente catturati con un ingegnoso sistema di reti arricchite da richiami, siano essi animali vivi in gabbie (Capinere e Pettirossi) che vegetali ( Fitolacca che fruttifica ad Ottobre). Successivamente al non facile fermo del responsabile (titolare comunque di regolare licenza di caccia) che, vistosi scoperto, tentava di darsi alla fuga, i Forestali hanno provveduto alla rimozione della rete e alla liberazione di n. 2 uccelli di specie Passera Scopaiola impigliati in essa. Veniva quindi sequestrata la rete, n. 4 gabbie con gli uccelli vivi utilizzati per il richiamo e n.2 contenitori del mangime rinvenuti nei pressi della rete. Dopo un attenta analisi sui richiami vivi, valutato l ’ottimo stato di salute, sono stati liberati sul posto n.2 uccelli specie Capinera e Pettirosso contenuti nelle gabbie, mentre i restanti n. 4 uccelli venivano subito trasportati in presso il C.R.A.S. (Centro Recupero Animali Selvatici) WWF Valpredina per la successiva identificazione ed eventuale ricovero. Considerata l ’intensità del passaggio migratorio dei passeriformi, l’ingegnosità unita alla meticolosa e giornaliera cura dell’ impianto per uccellagione, si stima che diverse centinaia di uccelli siano purtroppo stati catturati. Il responsabile oltre alle pene in relazione alle diverse violazioni della legge sulla caccia (legge 157/1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio ”), rischia ora anche la sospensione della Licenza di Caccia.




Roma, santeria cubana: la polizia gli trova in casa polli sgozzati

Ha ecceduto nel quantitativo di polvere da sparo e, mentre praticava un rito di santeria cubana, ha causato un ’esplosione che gli ha provocato l’amputazione della mano. Protagonista un 44enne romano, denunciato dai carabinieri per omessa denuncia di materiali esplodenti e uccisione di animali. Il fatto è avvenuto la mattina del 26 novembre scorso, nella zona di Aranova. L’uomo stava praticando un rito purificatore di santeria cubana con polvere da sparo, presumibilmente calibrata male, quando si è verificata l’esplosione. Portato all’Aurelia Hospital, ha riportato l’amputazione della mano sinistra e la frattura delle dita della mano destra. A seguito di una perquisizione eseguita dai carabinieri nella sua abitazione, sono stati rinvenuti e sequestrati quantitativi di zolfo e un ’elevata quantità di polvere pirica, oltre a dei polli morti sgozzati. Al termine degli accertamenti, per il 44enne è scattata la denuncia.




Clima, LIPU: a rischio di estinzione preziose specie di uccelli

Gli uccelli sono “spie” privilegiate che ci dicono come sta il pianeta: lo afferma la Lipu-BirdLife Italia a pochi giorni dall ’inizio del vertice mondiale di Parigi sul clima (Cop 21). È il caso del pulcinella di mare, che nelle ultime tre generazioni è calato del 50% a causa della riduzione degli stock ittici indotti dai cambiamenti climatici; o del pinguino di Adelia, nel sud delle Shetland, dimezzato fin dai tardi anni Settanta; della fregata minore, le cui colonie di nidificazione, nell ’oceano Pacifico, sono vulnerabile all’innalzamento del livello del mare; o il colibrì di Allen, il cui areale riproduttivo si ridurrà del 90% entro il 2080, mentre solo il 7% di tale areale sarà ancora adatto alla nidificazione. O, sulle nostre Alpi, di specie come pernice bianca, spioncello, sordone, codirosso spazzacamino e fringuello alpino, che ridurranno le proprie popolazioni con percentuali drammatiche, comprese tra il 24% e il 97%, a seconda degli scenari climatici che si verificheranno. Secondo la Lipu, che domenica 29 novembre parteciper à con la Coalizione Clima , alla Marcia per il Clima di Roma, la grave minaccia dei cambiamenti climatici deve essere affrontata stipulando, al vertice di Parigi, un forte accordo tra i Paesi per abbattere in modo drastico i gas serra. Ma per mitigare i cambiamenti climatici e aiutare la natura e l ’uomo ad adattarsi ai cambiamenti occorre investire anche sulla natura, proteggendo gli ecosistemi che conservano il carbonio (per esempio foreste, zone umide, oceani e torbiere), conservando e connettendo gli habitat per aiutare le specie a muoversi sul territorio (le cosiddette reti ecologiche) e utilizzando gli uccelli selvatici come “messaggeri” della natura per capire i cambiamenti climatici e prendere adeguate decisioni. Soluzioni descritte in dettaglio nel report dal titolo The Messengers, lanciato da BirdLife International e Audubon Society (BirdLife in Usa) (e scaricabile alla pagina http://climatechange.birdlife.org). Il report descrive le gravi conseguenze che i cambiamenti climatici stanno provocando sull ’uomo e sulla vita selvatica, ma suggerisce anche delle soluzioni concrete che aiutano ad adeguarsi a un mondo che si sta sempre pi ù riscaldando. Molte specie di uccelli selvatici – secondo quanto descritto nel report – saranno infatti costrette a spostare il proprio areale riproduttivo, soprattutto verso nord, cercando nuove zone per sopravvivere. Chi non si muover à rischierà di essere condannato all’estinzione. “Il report – spiega Stuart Butchart, capo del settore Scienza a BirdLife International - rende evidente da tutto il mondo che i cambiamenti climatici stanno causando impatti negativi sulle popolazioni di molte specie. Dagli studi risulta che il numero di specie per le quali si teme il peggio è più del doppio di quelle che possono invece trarre benefici. Tuttavia, dal report emerge come la natura possa fornire soluzioni positive sia per la biodiversit à che per l’uomo”. “Solo comprendendo finalmente che gli ecosistemi e la biodiversità e cambiamenti climatici sono strettamente collegati tra di loro si potranno trovare soluzioni soddisfacenti per combattere i cambiamenti climatici – aggiunge Claudio Celada , direttore Conservazione natura Lipu - Il ruolo infatti svolto dagli ecosistemi, come per esempio foreste, zone umide e oceani, è cruciale nella regolazione del clima, e buone politiche di conservazione della biodiversit à sono, e saranno sempre di più in futuro, fondamentali per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici”.




Fermato un bracconiere di avifauna protetta nel Parco Nazionale Aspromonte

Nell’espletamento del servizio antibracconaggio, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, durante un servizio di perlustrazione all ’interno del bosco al fine di verificare l’attendibilità di una segnalazione in merito, che riferiva la presenza di persone che praticavano la tecnica dell ’uccellagione finalizzata alla cattura di avifauna selvatica ossia tordi, fringuelli e merli, ad un posto di controllo fermavano un soggetto che viaggiava su un ’autovettura. Poiché durante la verifica dei documenti identificativi e dell’autovettura, il soggetto M.C. di anni 44, nato e residente a Molochio, manifestava chiari segni di nervosismo ed agitazione, la pattuglia operante passava ad effettuare una perquisizione sia personale che veicolare, riscontrando sotto il tappetino del sedile anteriore destro dell ’automezzo, una busta con all’interno n. 5 tordi e n. 2 fringuelli morti. Inoltre da verifiche effettuate unitamente al servizio veterinario è stato accertato che la morte dei volativi è avvenuta per spappolamento della scatola cranica, non è pertanto da escludere l’ipotesi che il soggetto indagato si sia avvalso per la cattura degli esemplari rinvenuti della pratica dell ’uccellagione che prevede, una volta che gli uccelli restano impigliati nelle reti, l ’uccisione degli stessi in maniera cruenta mediante schiacciamento della scatola cranica con la pressione esercitata contemporaneamente con il pollice e l ’indice della mano. È doveroso evidenziare che ai sensi della legge 157/92 la fauna selvatica è considerata patrimonio indisponibile dello Stato , che come mezzi di caccia sono consentiti il fucile, l ’arco e il falco, con esclusione di ogni altra forma di abbattimento, che la data in cui è stato commesso il reato è in giornata di silenzio venatorio, periodo in cui non è possibile esercitare l’attività venatoria, che il Fringuello è inserito nell’allegato III della Convenzione di Berna come specie protetta ed è stato escluso dalle specie cacciabili (quindi il fringuello dovrebbe essere considerato specie particolarmente protetta); per tutto ci ò l’uomo, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per esercizio di attività venatoria all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte e sono stati inoltre posti sotto sequestro e distrutti gli esemplari di avifauna protetta rinvenuti per palese violazione delle norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio.