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Unione Italiana Ornitofili
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NEWS UIO Luglio 2015
Cieli d’Europa sempre più vuoti
Degrado degli ambienti agricoli, perdita di habitat, cambiamenti climatici,
pesticidi e diserbanti. Sono queste le cause per le quali il 18% dei volatili
europei - 82 specie su 451, pari a quasi una su cinque -
è in grave pericolo o addirittura minacciato di estinzione. Il risultato della
ricerca
è frutto di uno studio durato tre anni, finanziato dalla Ue e diretto da un
consorzio guidato da BirdLife International (Lipu in Italia), che ha stilato la
Lista rossa europea degli uccelli. Per approntare la lista gli ornitologi e i
naturalisti, oltre che biologi e veterinari, si sono spostati dagli Urali allo
Stretto di Gibilterra, dall
’Italia alla Grecia passando attraverso Scandinavia, Inghilterra ed Europa
centrale, spesso in condizioni climatiche e ambientali proibitive. Per le
ricerche hanno applicato la metodologia dell
’Iucn, considerata come la più autorevole per valutare i rischi di estinzione. Le specie nella situazione peggiore, appartenenti alla categoria più elevata, «critically endangered» (in pericolo critico di estinzione), sono risultate 10, tra cui la berta
balearica, il chiurlottello (che ormai potrebbe essere considerato estinto,
dato che dal 1999 non
è stato più visto), la pavoncella gregaria e lo zigolo dal collare. Altre 29 hanno
abbandonato la
«zona di sicurezza» e sono entrate nella lista delle «minacciate»: tra queste, la beccaccia di mare, la gazza marina, la pernice bianca nordica,
il gabbiano tridattilo e il moriglione. La situazione - denunciano gli esperti
- sta peggiorando rapidamente. Rispetto a una ricerca del 2004, appena un
decennio fa, in Europa aumentano le specie considerate come
«minacciate» o «quasi minacciate». E altre specie già classificate «a rischio», nonostante gli sforzi dei conservazionisti, non hanno ancora migliorato il
loro status: tra queste, c
’è l’avvoltoio capovaccaio e altri volatili, quali il pagliarolo, la pavoncella, l’aquila anatraia maggiore e la gallina prataiola. «Il report contiene statistiche molto preoccupanti», ha sottolineato Karmenu Vella, Commissario dell’Ue per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca. Ma c’è anche una nota di cauto ottimismo: 20 specie europee, precedentemente
considerate
«minacciate» a livello regionale, ora hanno migliorato il loro status e sono state quindi
classificate a
«minor preoccupazione». Tra queste, l’aquila di mare, il pellicano riccio, la moretta tabaccata, l’occhione, il nibbio bruno, il grillaio, la poiana codabianca, la sterna
zampenere, la strolaga mezzana e anche l
’otarda. Altre 25 specie sono ancora minacciate, ma ora hanno un più basso rischio di estinzione rispetto a una decade fa. Due esempi fra tutti: il
petrello di Madera e il ciuffolotto delle Azzorre, una volta nella categoria in
«pericolo critico». «Tutto questo - aggiunge Vella - dimostra il valore di azioni bene indirizzate
alla protezione della biodiversit
à, da cui dipendiamo sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista
sociale grazie ai servizi che ci offrono. Bisogna trovare modi di capitalizzare
su questi successi e quindi replicarli ad altre aree. L
’Europa deve avere una legislazione sulla natura adatta agli ambiziosi obiettivi
che si propone
». «E’ importante notare - sottolinea Ivan Ramirez, capo del settore conservazione
della BirdLife International - come dalla
“lista rossa” emerga che molte specie oggetto di progetti di conservazione, e supportate
dalle direttive Ue e dai programmi Life, stiano ora recuperando terreno. Ma
è altrettanto scioccante vedere come molte specie fino a ieri comuni ora siano
minacciate
».
Il grifone Acale torna ‘a casa’ in Friuli Venezia Giulia
Aveva fatto perdere le sue tracce per circa un anno, ma ora il grifone Acale -
reinserito in natura nell
’ambito del progetto “Grifoni Osservati Speciali” - è tornato ‘a casa’, ricongiungendosi alla colonia di grifoni che si riunisce nella Riserva
regionale naturale del Lago di Cornino, in Friuli Venezia Giulia. Rilasciato il
4 settembre 2014, il grifone aveva subito fatto perdere le sue tracce. I
responsabili del progetto lo hanno cercato per oltre dieci mesi in tutta Europa
fino a quando ieri mattina le webcam puntate sulla colonia di grifoni della
riserva del Lago di Cornino non lo hanno immortalato in modo inequivocabile.
Acale, con il suo anello verde e numero di identificazione F63, si trovava
nello stesso punto in cui fu restituito alla libert
à il 4 settembre 2014, a poco più di sei mesi. “Le speranze di rivedere F63 si erano affievolite nel corso dei mesi, durante i
quali da nessun centro di conservazione d
’Europa arrivavano buone notizie - spiega Fulvio Genero, zoologo e responsabile
scientifico del progetto di ripopolamento del grifone che interessa tutto l
’arco alpino, promosso dalla riserva friulana gestita dalla Cooperativa Pavees
con il sostegno del Parco Natura Viva di Bussolengo -. Qui compaiono esemplari
dalla Bulgaria, dalla Serbia e persino da Israele, ma l
’ultimo avvistamento di Acale risaliva al 17 settembre 2014, sul litorale
genovese. Per
‘Grifoni Osservati Speciali’ e per la biodiversità sarebbe stata una sconfitta e un dispiacere, considerando questa è una specie in pericolo critico di estinzione (IUCN), che sta registrando dei
lievi aumenti solo grazie a questo tipo di progetti di reintroduzione
”. Nella riserva il primo settembre è fissato un nuovo rilascio in natura: il fratello di Acale, nato tre mesi fa
dallo stesso padre Dodo. Il grifone ora ventiduenne, fu donato dal Parco Natura
Viva alla riserva friulana per riprodursi e svolgere il ruolo di capostipite
per la specie
Gyps Fulvus.
Palermo, ritrovato pappagallo rubato da una villa di Mondello
Mercoledì 8 luglio la polizia ha trovato e riconsegnato al proprietario il pappagallo
rubato pochi giorni prima da una villa di Mondello. Gli agenti del
commissariato della borgata marinara di Palermo, su segnalazione della Centrale
Operativa, si sono recati nella piazza principale dove una passante aveva
notato un pappagallo, abbarbicato su un cartellone pubblicitario. Immediato il
collegamento al volatile di razza Ara Ararauna del valore di 3.000 euro,
trafugato da una villa nella quale i banditi si sono introdotti dopo avere
narcotizzato il cane da guardia. I poliziotti hanno subito contattato il
proprietario: alla sua vista, l
’animale si è letteralmente gettato tra le sue braccia. Sono in corso indagini della polizia
per risalire agli autori del furto.
Traffico di specie protette, l’UE aderisce al Cites e annuncia un piano d’intervento
L’Unione europea si prepara a sferrare l’attacco contro il traffico illegale di avorio, corni di rinoceronti, pellami e
legnami protetti, oltre che animali selvatici. Un mercato che secondo il Wwf
alimenta un giro d
’affari a livello mondiale di 23 miliardi di dollari l’anno, cioè il quarto dopo droga, armi ed esseri umani. “Abbiamo deciso di preparare un piano d’azione Ue contro il traffico di specie selvatiche” ha annunciato il commissario europeo all’ambiente, Karmenu Vella, in occasione dell’ingresso dell’Ue come 181/o membro della Convenzione sul commercio internazionale delle specie
minacciate (Cites).
“Con questo piano d’azione, che dovrebbe entrare in vigore nel 2016 - ha assicurato Vella -
intendiamo rendere il nostro approccio contro il traffico di specie selvatiche
pi
ù fermo ed efficiente, sia a livello interno sia a livello internazionale”, coinvolgendo tutte le parti in causa: esperti nel campo ambientale, polizia,
dogane e pubblici ministeri, diplomazie. Secondo l
’ultimo rapporto della Born Free Foundation, l’Unione Europea è “una fonte significativa, punto di transito e principale destinazione per diversi
prodotti del traffico illegale di specie selvatiche
”. La conferma arriva dalla maxi-operazione internazionale Cobra III che nel
giugno scorso in Europa ha portato al sequestro di oltre 11.000 esemplari morti
e vivi, quasi 2.000 parti o prodotti di animali, e oltre 6 tonnellate di
legname e piante. Dai corni di rinoceronti, all
’avorio, fino ad animali vivi, specie rettili, venduti come animali da compagnia, l’Europa rimane un mercato fiorente per i fuorilegge. Le regole non sono sempre
uniformi, quindi alcuni Paesi vietano ogni commercio d
’avorio, mentre altri consentono quello di vecchi pezzi: almeno cento sono stati
venduti in Francia solo negli ultimi tre mesi del 2014. L
’Ue è anche una forte destinazione per i cosiddetti ‘trofei’ di caccia, alcuni dei quali ‘riciclati’ dal mercato illegale. A fare pressing su Bruxelles sono stati gli ambientalisti
ma anche agguerriti europarlamentari, che dopo aver fatto approvare dall
’Assemblea di Strasburgo le linee guida di un piano d’azione a gennaio dell’anno scorso, hanno costituito un interguppo ad hoc, guidato dalla britannica
liberale Catherine Bearder.
“Abbiamo bisogno di un’azione coordinata dell’Ue per bloccare le reti dei trafficanti di fauna selvatica in Europa e i
bracconieri in Africa
” ha commentato Bearder, che avverte: “Se non vogliamo vivere in un mondo senza elefanti, leoni o rinoceronti, dobbiamo
agire subito
”. Nonostante i ripetuti allarmi infatti la strage di animali selvatici non si
arresta: si stima che ogni giorno nel mondo vengano uccisi in media dai
bracconieri 70 elefanti e 3 rinoceronti. Nel 2014 sono stati uccisi oltre
20mila elefanti e solo in Sud Africa si
è passati dai 13 rinoceronti vittime dei bracconieri nel 2007 ai 1.400 del 2013.
Il gabbiano Jonathan, da Cuneo a Loano per salutare l’amico bagnino
Da Cuneo a Loano, dalle montagne al mare, sbattendo le ali con una fatica
infinita, seguendo per sei ore una invisibile traccia nel cielo. Invisibile
agli umani, perch
é il gabbiano Jonathan quella traccia la vedeva eccome. E l’ha riportato diritto a casa, dal suo amico bagnino. Come in una favola. La
storia di Jonathan e Valerio inizia un anno fa, di questi tempi. Il bagnino
accoglie in casa propria un cucciolo di gabbiano, lo alleva come un pap
à amorevole, fino a diventare il suo amico “per le piume” e lo porta con sé sul trespolo della spiaggia dove lavora. Trascorrono l’estate insieme ai bagni “Istituto San Giuseppe - Suore d’Ivrea”. Insieme in mare, insieme sul trespolo, insieme in ogni momento della giornata.
Poi arriva l
’inverno, Valerio Tovano, cinquant’anni, decide di accogliere sul terrazzo di casa il giovane gabbiano. Jonathan
durante il giorno vola tra i suoi simili ma alla sera torna sempre a casa. Di
recente, per
ò, Valerio decide di trasferire Jonathan al centro di recupero per animali
selvatici di Bernezzo, in provincia di Cuneo. Per questioni di sicurezza, perch
é non a tutti va bene che un gabbiano viva a così stretto contatto con gli esseri umani. «Quest’inverno – racconta Valerio – Jonathan ha avuto una disavventura: è stato avvelenato. Per fortuna lo abbiamo soccorso in tempo. È stato in convalescenza per tre giorni. Lo tenevo nella cesta in cui è cresciuto. Dormivo accanto a lui sul divano. Il quarto giorno ha dato segni di
miglioramento, ma non si
è mai ripreso del tutto. Non si muoveva bene e il volo non era regolare come
prima. L
’ho riportato in spiaggia. È volato via. Non si è fatto vedere per otto giorni e ho pensato fosse andato a morire da qualche
parte. Ma poi
è tornato a cercarmi. Credo che quello che gli è successo ci abbia unito ancora di più». Nonostante il legame, però, Valerio ha deciso di trasferire l’animale nel centro di accoglienza per animali: qui gli specialisti si sarebbero
presi cura di lui e sarebbe stato al sicuro da altre brutte avventure.
«Al centro – racconta Valerio – i responsabili gli hanno accorciato le piume per impedirgli di volare, dato che
la struttura non dispone di voliere n
é di gabbie. In teoria, quindi, Jonathan non era in grado di scappare dal centro». E invece ecco la sorpresa: dopo qualche giorno di separazione, Valerio si è ritrovato Jonathan davanti casa. Alle dieci e mezza del mattino il gabbiano è scappato dal centro e alle quattro e mezza del pomeriggio era di nuovo in
Riviera.
«Non potevo crederci – confessa Valerio – La sola frase che mi è uscita è stata: “Tu che ci fai qui?”. Nemmeno il responsabile del centro ci credeva». Passata la sorpresa, Valerio ha riportato il suo amico alato in Piemonte: «L’ho portato via per la sua e la mia sicurezza – spiega – Ora sta bene. Per un po’ non potrà volare affatto, dato che gli hanno accorciato ulteriormente le piume, ma almeno
avr
à la possibilità di socializzare con i suoi simili. Entro novembre dovrebbe aver completato la
muta e allora potr
à spiccare di nuovo il volo. Spero potrà trovare una compagna e formare una famiglia». E Valerio? «A fine stagione andrò a trovarlo senza farmi vedere. Mi manca molto, ma per il suo bene è giusto così. Ora potrà davvero volare libero, perché lui è uno spirito libero. Fare il bagno e giocare insieme è stato fantastico. Io lo ricorderò per sempre».
Acquario Genova festeggia nascita pinguini gemelli Magellano
L’Acquario di Genova festeggia il la nascita di due gemelli di pinguino per il
secondo anno consecutivo. Sono infatti visibili al pubblico da qualche giorno i
due piccoli che, con il loro caratteristico piumaggio grigio scuro, sono usciti
per la prima volta dal nido il 28 giugno, dopo circa un mese dalla schiusa, e
pesano gi
à circa 2 kg. Per il secondo anno da una coppia di pinguini di Magellano (Spheniscus magellanicus) sono nati due gemelli anche se i due in realtà non sono nati dallo stesso uovo, ma a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro da due diverse uova il 24 e 25 maggio. L’evento è speciale, si fa notare all’Acquario, perchè è piuttosto raro che due pulcini “gemelli” vengano entrambi allevati dai genitori in ambiente controllato. Le uova sono
state covate alternativamente da pap
à Tyson e da mamma Diana, prima nata nella vasca dell’Acquario di Genova nel 2008. I piccoli sono quindi di seconda generazione. Resta
ancora nascosto e protetto da mamma e pap
à nel suo nido il terzo pulcino, nato il 28 giugno dall’uovo deposto il 7 maggio da papà Verde e mamma Blunera.
Quattro cicogne su traliccio Enel in Campania
Sono nate nella scorsa primavera ed ora sono quasi pronte a prendere
definitivamente il volo: si tratta di quattro cicogne che hanno visto la luce
su un traliccio dell
’Enel a Sala Consilina. Che le cicogne scelgano di riprodursi in quest’angolo del Vallo di Diano non è affatto una novità. Secondo i dati raccolti dai volontari dell’associazione di tutela ambientale ATAPS di Sala Consilina sono circa una
sessantina gli esemplari che hanno spiccato il volo dal traliccio dal 1996 ad
oggi.
CITES: traffico illegale di specie protette da 23 miliardi l’anno
Più di un milione sono le transazioni annue relative al commercio internazionale di
specie animali e vegetali tutelate dalla Convenzione di Washington, che
generano un giro d
’affari legale pari a 100 miliardi di dollari all’anno. E parallelamente si registra a livello mondiale un traffico illegale di
specie protette per un valore di circa 23 miliardi di dollari all
’anno, senza considerare il commercio del legno e della fauna selvatica marina.
Sono stime del segretariato del Cites di Ginevra secondo il quale il taglio
illegale delle foreste avrebbe un valore pari a 11-30 miliardi di dollari all
’anno, corrispondente a circa il 30% del commercio di legno su scala globale, e
che provocherebbe pi
ù del 50% della deforestazione nell’Africa Centrale, in Amazzonia e nel Sud-est asiatico. Mentre il valore globale
della pesca illegale, ammonta a circa 10 miliardi di euro annuali, pari al 19%
del valore totale del pescato. In questo contesto l
’Italia rappresenta uno dei più grandi mercati di articoli e prodotti derivati da specie animali e vegetali:
oltre ad animali vivi da collezionismo e da compagnia, abbigliamento, borse,
scarpe, cinture e tanti altri articoli realizzati con le pelli, le pellicce e
con la lana di animali, parquet, prodotti in legno e caviale. Lo scorso anno il
servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato ha effettuato 68.290 controlli
in tutta Italia, in linea con i dati dell
’anno precedente. Le regioni italiane in cui è stato eseguito il maggior numero di controlli sono la Lombardia con 23.774 e la
Toscana con 23.529, entrambe con una significativa presenza di aziende
manifatturiere del settore e al maggior transito di specie protette negli scali
doganali dove sono dislocati i Nuclei Operativi Cites. Sempre lo scorso anno
sono stati accertati 174 reati, contro i 269 del 2013, riguardanti il commercio
illegale delle piante e degli animali tutelati dalla Convenzione di Washington
e sono stati contestati 140 illeciti amministrativi per un totale di oltre
400mila euro, rispetto ai 265 illeciti per un totale di circa 500mila euro
notificati nel 2013. Il valore complessivo delle specie sequestrate nel 2014 si
aggira intorno ai 500mila euro, in aumento rispetto a quello rilevato nel 2013,
pari a circa 450mila euro. In particolare, nel 2014 sono stati sequestrati: 389
animali vivi, 963 animali morti o parti, 500 chili di anguille vive, 10
chilogrammi di coralli. E ancora i sequestri hanno riguardato: uccelli nel 46%
dei casi, rettili nel 45%, invertebrati nel 6%, mammiferi nel 2%, pesci nel
rimanente 1%.Nel Lazio sono in prima linea il Servizio Cites Territoriale
presso l
’Ispettorato Generale di Roma, il Nucleo Operativo Cites - Noc di Fiumicino
aeroporto e il Nucleo Operativo Cites - Noc di Civitavecchia. Nel 2014 sono
stati complessivamente 6.668 i controlli effettuati nel Lazio, 20 risultano gli
indagati e 7 sia i reati accertati che i sequestri effettuati. Sono state
elevate 8 sanzioni amministrative per un importo totale di 47.700 euro. Sotto
sequestro sono finiti 67 esemplari di animali tra cui 35 tartarughe e un
pitone. Tra le parti di animali sono stati sequestrati un cranio di coccodrillo
imbalsamato e un cranio di rinoceronte, una zanna d
’avorio e i denti di un elefante. L’Italia continua ad essere ai primi posti per numero di sequestri effettuati in
ambito Cites tra i Paesi membri dell
’Unione Europea, nel 2014 seconda solo alla Francia. Il servizio Cites evidenzia inoltre come anche le organizzazioni criminali
utilizzino animali pericolosi come tigri o pitoni per atti intimidatori, oltre
che per ostentazione di potere e sfarzo.
Gps su cicogne bianche Sicilia, si seguono con app
Grazie a un dispositivo satellitare applicato sul dorso di sette cicogne bianche
della Piana di Gela, in Sicilia, ricercatori e curiosi potranno seguire i loro
spostamenti e la loro migrazione utilizzando l
’app per Android “Animal Tracker” che permette di seguire i movimenti degli animali selvatici in tutto il mondo.
Il progetto, denominato
“Animal Track - Stork Sicily 2015”, è stato realizzato da un team di studiosi del dipartimento Wikelski del Max
PlanckInstitute for Ornithology (Universit
à di Costanza), che studia i comportamenti migratori della Cicogna bianca in
tutto il Paleartico, e delle Universit
à di Catania e Pisa, con la collaborazione dell’Enel Distribuzione. Nei giorni scorsi i ricercatori sono saliti fino alla sommità dei tralicci della media tensione, dove nidificano le cicogne dell’area gelese, per applicare a ciascuno degli animali una sorta di “zainetto” contenente un dispositivo GPS/GSM/GPRS, provvisto di pannelli solari del peso
di 50 grammi, attraverso una leggera imbragatura in teflon, comunemente usata e
senza danno per gli uccelli. I dispositivi satellitari forniranno la posizione
degli uccelli registrata dal GPS alla frequenza di 1 Hz per un minuto ogni 5
minuti in condizione di sole visibile, altrimenti ogni 15 minuti, permettendo
di monitorare dettagliatamente gli spostamenti e la migrazione. Le rotte degli
uccelli verranno archiviate nel database online internazionale per il movimento
degli animali www.movebank.org.
“I dati che ricaveremo - spiega Rosario Grasso, ornitologo del dipartimento di
Scienze biologiche, geologiche e ambientali e responsabile scientifico del
progetto per l
’Università di Catania - saranno di fondamentale importanza perché forniranno osservazioni comportamentali utili a comprendere meglio le difficili
interazioni di gruppo che interessano gli animali in migrazione
”.
In arrivo l’‘Arca’, primo terminal per animali al Jfk di NY
Ci saranno piscine a forma di ossa per i cagnolini, un boschetto per gatti che
vogliano farsi le unghie contro i tronchi degli alberi, stalle ad aria
condizionata per mucche e capre, persino un
’area in cui i pinguini possano accoppiarsi: è il primo terminal per animali in costruzione in uno degli aeroporti più trafficati d’America e del globo, il John Fitzgerald Kennedy di New York. Il progetto si
chiamer
à ‘L’Arca’ e dovrebbe aprire il prossimo anno con tanto di un resort fornito di suite per
cani e gatti che verranno affittate per 50-100 dollari a notte. Destinazione di
transito di circa 70.000 animali l
’anno, tra bestioline domestiche come cani, gatti e uccellini e esemplari d’allevamento quali mucche, pecore, capre, il JFK vuole creare “un modello più umano ed efficiente per questo segmento significativo dell’industria del viaggio aereo”. L’affermazione è del direttore dell’ ‘Arca’, Aaron Perl, che guida il progetto da 48 milioni di dollari: il terminal sarà il primo ad offrire non solo servizi speciali per gli animaletti domestici in
transito con i loro padroni o che vengono spediti ai padroni, ma anche una
stazione
‘ad hoc’ per la quarantena di bestie che devono sostare in aeroporto sino a venire
dichiarate sane. La stazione per la quarantena ed un ospedale veterinario in
loco sono approvati dal ministero per l
’Agricoltura Usa.
Roma, taglia le ali al pappagallo: denunciata
Per le vie del centro di Roma gli abusivi non trafficano soltanto con DVD,
imitazioni di borse griffate vestiti e occhiali: purtroppo anche gli animali,
alla stregua degli oggetti pi
ù di moda sono utilizzati illegalmente. Le Guardie Zoofile dell’OIPA del nucleo capitolino, con un blitz in via delle Muratte, crocevia per i turisti che si recano alla Fontana di Trevi, hanno sorpreso una
donna che utilizzava due pappagallini ondulati come attrazione al fine di
ottenere l
’elemosina. Una sorta di accattonaggio e spettacolino con gli animali, pratiche entrambe vietate dal regolamento comunale a tutela degli
animali in vigore dal 2005. Nonostante le proteste della donna, gli agenti
zoofili dell
’OIPA hanno proceduto a sanzionarla e hanno posto sotto sequestro i pappagalli.
La successiva visita veterinaria ha purtroppo confermato i sospetti dell
’OIPA, ovvero che al fine di impedire loro la fuga, ai poveri pappagallini erano
state tagliate le remiganti, ovvero le piume che consentono il volo, operazione
che se eseguita, come in questo caso da persone non qualificata, pu
ò essere una vera e propria amputazione. Per questo motivo la donna sarà denunciata all’Autorità Giudiziaria per il reato previsto dall’articolo 544 ter ovvero il maltrattamento di animali che prevede la reclusione da 3 a 18 mesi.
Ok Senato art. 21 legge europea: stop alla cattura dei richiami vivi
Giovedì 23 luglio il Senato ha finalmente approvato l’articolo 21 della “Legge europea”, grazie al quale d’ora in poi nel nostro Paese sarà vietato catturare gli uccelli migratori per farne dei richiami da caccia. Con
un ritardo di oltre 35 anni l
’Italia si è così adeguata alla Direttiva comunitaria 2009/147/Ue che vieta l’uso di metodi non selettivi per la cattura degli uccelli. Le reti e il vischio,
normalmente utilizzati dagli uccellatori, sono finalmente fuorilegge. Prima
dell
’approvazione dell’articolo 21, durante l’autunno di ogni anno, decine di migliaia di uccelli migratori venivano catturati
nel corso del loro volo verso le zone di svernamento. Uccelli abituati a
coprire migliaia di chilometri, ad avere per solo limite il cielo, dal momento
della cattura erano costretti a vivere in gabbie delle dimensioni di un foglio
A4. Aperti con una lametta per determinarne il sesso, spennati a vivo,
rinchiusi tutto l
’anno in cantine fredde e al buio, sottoalimentati, all’apertura della stagione venatoria venivano riportati alla luce. Convinti del
sopraggiungere della primavera, i loro ritmi biologici cos
ì sfalsati li inducevano a cantare a tutto vantaggio dei cacciatori da
appostamento che li utilizzavano, quindi, come richiami per altri malcapitati
uccelli che finivano uccisi dalle doppiette.
“D’ora in poi tutto ciò non sarà più ammissibile, gli uccelli tornano ad essere liberi di migrare nei nostri cieli,
senza correre il rischio di finire nelle reti degli uccellatori italiani
”, dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali selvatici. “Con la norma approvata oggi, l’Italia ha messo la parola fine alla cattura dei piccoli uccelli migratori quali
merli, tordi e allodole, usati come esche vive per la caccia. Una pratica
violenta e indecorosa, costata danni alla biodiversit
à e procedure di infrazione. È una gioia immensa e una grande vittoria del Paese - dichiara Fulvio Mamone
Capria, Presidente della Lipu-BirdLife Italia - La formula normativa adottata
è contorta e macchinosa, dovendo rispondere al dettato della direttiva, e però la sostanza è chiara: da questo momento in Italia la cattura degli uccelli selvatici è vietata. Nessuna importanza ha l’ordine del giorno approvato dal Senato che impegna il Governo a valutare con
quali mezzi i piccoli uccelli migratori potrebbero essere catturati. Non ce ne
sono e non ce ne saranno pi
ù. Si rassegnino dunque gli uccellatori italiani. Dopo decenni di danni fatti
alla natura, possono finalmente andare in pensione e limitarsi a godere dei
tristi ricordi
”. “Abbiamo atteso questo risultato per 50 anni - aggiunge Danilo Selvaggi,
Direttore generale della Lipu-Birdlife Italia - perch
é la lotta all’uccellagione è la ragione stessa per cui la Lipu nel 1965 è nata. Ottenere questo risultato nel nostro 50° anniversario è quindi un evento felicissimo. Ringraziamo il Ministro Galletti e i parlamentari
che ci hanno lavorato, a cominciare da Monica Cirinn
à, Loredana De Petris, Chiara Gagnarli, Massimiliano Bernini, Basilio Catanoso,
Serena Pellegrino e tutti gli altri, e ringraziamo di cuore le centinaia di
migliaia di cittadini italiani e le associazioni che hanno sostenuto questa
battaglia. Ma non ci fermiamo: ora ragioneremo su come cancellare ogni
possibilit
à di utilizzare i richiami vivi e far sì che la migrazione degli uccelli sia davvero libera e protetta”. “Un grande passo avanti di civiltà, di rispetto degli animali e delle regole europee, che sana una vergognosa
procedura di infrazione. Siamo grati al Parlamento per questo voto atteso da
decenni. Una vera vittoria per la biodiversit
à e per tutto il ‘popolo dei selvatici’“. Così la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci. “Nelle reti - mezzi vietati come le trappole, dalla direttiva europea sulla
conservazione degli uccelli selvatici - per tanti anni, tanti migratori,
soprattutto tordi e cesene, hanno finito il loro volo di libert
à nei cieli di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria: animali
destinati ad una vita orribile di detenzione e di sofferenze in gabbiette
piccolissime e sporche, al buio per lungi mesi, e spesso sottoposti alla muta
forzata, per divenire fischietti viventi nella caccia da appostamento, una
delle facce pi
ù barbare della cosiddetta attività venatoria in Italia”, prosegue Annamaria Procacci. “Ma per cancellare questo massacro dei migratori, patrimonio comune del
continente europeo e di quello africano,
è stato necessario l’intervento dell’Europa con lo strumento della procedura di infrazione. Oggi – aggiunge Brutti, dell’ufficio Fauna selvatica di Enpa - è davvero una bella giornata per la natura. Tuttavia, la nostra battaglia
prosegue: dobbiamo mettere fine anche alla dolorosa schiavit
ù degli uccelli ‘da richiamo’ provenienti da allevamento. Siamo consapevoli, del resto, che l’intera opinione pubblica italiana è con noi nel chiedere la fine di una pratica tanto vergognosa quanto
inaccettabile
”.
Pinguini rinchiusi in frigorifero e pellicani maltrattati, sequestro al circo
Colber
Animali maltrattati al circo. L’intervento delle associazioni animaliste centra l’obiettivo e l’Asl di Alessandria sequestra pinguini e pellicani al circo Colber. I primi erano
tenuti nei frigoriferi, da cui uscivano solo per fare lo spettacolo circense a
temperature molto al di sopra del loro livello di sopportazione. Gli operatori
veterinari li hanno trovati in situazione di sofferenza e hanno deciso di
trasferirli in una struttura in grado di accoglierli adeguatamente. Il circo
Colber
“era da tempo nel mirino degli animalisti perché sospettato di maltrattamenti e subito dopo l’attendamento di giovedì 23 luglio a Casalnoceto, in provincia di Alessandria, è stato fatto oggetto della nostra segnalazione congiunta”, ha fatto sapere Leal con un comunicato ufficiale. “I pinguini sono animali sociali che vivono in grandi gruppi nell’Antartide e abituati a freddi estremi e spazi infiniti – ha spiegato Gianmarco Prampolini, presidente di Leal – E’ una vergogna che questi esemplari siano stati trovati in un frigorifero e fatti
uscire solo per esibirsi a temperature equatoriali
”. Ma in situazioni critiche non sono stati trovati solo i pinguini: il
provvedimento dell
’Asl è scattato anche per i pellicani che “erano costretti alla prigionia in spazi angusti”, ha aggiunto ancora Prampolini, spiegando che Leal ha denunciato i circensi per
maltrattamento di animali e promesso di costituirsi parte civile al processo.
Inoltre, sempre nella nota, l
’onlus ha scritto che “seguirà i pinguini e i pellicani fino a che sarà garantita una sistemazione definitiva e adatta alle loro necessità e benessere”.
Colorati e messi in vendita, ecco la triste moda dei pulcini “giocattolo”
Venduti come idee regalo, premi della lotteria o come animali da compagnia dopo
essere stati colorati e imbustati, i pulcini sono uno degli ultimi pet trend
che sta facendo il giro del mondo: Indonesia, Cina e Giappone, ma anche Qatar,
Brasile e Stati Uniti sono solo alcuni dei mercati su cui
è possibile trovare questi bizzarri animaletti tanto amati dai più piccoli. Ne ha avuto la conferma una turista in vacanza sull’isola di Koh Lanta (Thailandia) che, dopo aver visto e seguito un pulcino rosa
che si aggirava sulla spiaggia, ha scoperto quale orrore si nascondesse nel
bagagliaio di un furgone a pochi passi da l
ì. Senza cibo né acqua numerosi pulcini colorati erano prigionieri di una busta di plastica ben
chiusa e sembravano chiedere aiuto con il loro pigolio disperato: pochi minuti
dopo sarebbero stati venduti a bambini in ansiosa attesa del nuovo giocattolo.
I piccoli non incontrano mai le loro madri, vengono allevati in modo improprio e
spesso muoiono poco dopo essere stati acquistati
», riporta la Woodstock Farm Animal Sanctuary dopo aver salvato un pulcino
azzurro vinto da un bambino alla lotteria parrocchiale. Episodi come questi
sono molto frequenti e non solo in Thailandia o negli States. Pulcini vengono
tinti appena dopo la nascita o talvolta anche prima, quando il colore viene
iniettato nelle uova. In questo caso la tinta dura poche settimane, cos
ì come in molti casi la vita dei piccoli. Una volta terminato il “trattamento”, vengono imbustati per essere venduti a turisti e bambini non in grado di
crescere un animale del genere. Non
è da escludere che i pulcini diventino il pasto delle famiglie una volta
diventati grandi. Per salvare alcuni dei
“pulcini-giocattolo”, molto in voga anche come gadget nei periodi pasquali, è possibile firmare una petizione a favore degli esemplari dell’isola Thailandese di Koh Lanta.
Ue: direttiva Uccelli efficace, specie protette stanno meglio
La direttiva Uccelli dell’Unione Europea ha avuto un impatto positivo nel proteggere le specie di volatili
pi
ù a rischio. A dirlo è uno studio condotto dalle associazioni Royal Society for Protection of Birds e
BirdLife International insieme all
’università inglese di Durham, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Conservation letters’. “Abbiamo analizzato le informazioni su tutte le specie di uccelli che nidificano
nell
’Unione europea. I nostri risultati confermano che le specie con il più alto livello di protezione ai sensi della direttiva Uccelli hanno più probabilità di veder crescere le popolazioni, e questi risultati sono più evidenti nei Paesi che sono membri dell’Ue da più tempo”, ha detto la Fiona Sanderson, autrice principale dello studio. Le misure di
conservazione hanno portato a un aumento delle popolazioni di specie protette
come il pellicano crespo, la gru cenerina, l
’aquila di mare e il gobbo rugginoso. Del pellicano crespo, vicino all’estinzione in Europa nel corso del XX secolo a causa della perdita di habitat e
della collisione con le linee elettriche, oggi si contato oltre 2.500 coppie
nidificanti, il quintuplo rispetto a qualche decennio fa. Di esemplari di gobbo
rugginoso ce n
’erano solo 22 nel 1977 per via della distruzione delle zone umide, ma
attualmente la cifra
è salita a oltre 2mila. Sempre stando all’indagine, non va altrettanto bene alle specie che si caratterizzano per lunghe
migrazioni invernali, n
é a quelle che non rientrano tra le più a protette dalla lista dell’Ue. La pittima reale, ad esempio, sta subendo un rapido declino. Nell’arco di tre generazioni la popolazione è diminuita tra il 50 e il 79% nei 27 Paesi Ue.
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