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Unione Italiana Ornitofili
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NEWS UIO Gennaio 2015
Anche gli uccelli biascicano quando “alzano il gomito”
Come per gli esseri umani, anche gli uccelli che si ubriacano “biascicano”. Un nuovo studio svolto dai ricercatori della Oregon Health and Science
University e pubblicato su
Plos One ha scoperto che come avviene per gli esseri umani, anche il canto degli uccelli
diventa pi
ù lento e “meno organizzato” quando vengono coinvolte bevande alcoliche. Il diamante mandarino, o diamantino
(Taeniopygia guttata), è un uccello passeriforme comunemente utilizzato dagli scienziati per studiare l’apprendimento della voce umana. Gli uccelli imparano a cantare più o meno nello stesso modo in cui gli esseri umani imparano a parlare: il canto e
il linguaggio, riferiscono i ricercatori, sono controllati dallo stesso gene.
Per questa ragione, l
’equipe americana era curiosa di dimostrare se, come avviene tra gli uomini,
anche tra gli uccelli, l
’alcol possa compromettere l’abilità della loro comunicazione. “La mattina abbiamo mescolato un po’ di succo di frutta con il 6 per cento di alcol, e lo abbiamo messo nelle gabbie” ha spiegato Christopher Olson, che ha guidato lo studio. “In un primo momento abbiamo pensato che non l’avrebbero bevuto di loro spontanea volontà, ma ci è sembrato che tollerassero abbastanza bene la nuova bevanda e fossero ben
disposti a consumarla
”. Gli esemplari hanno raggiunto livelli di alcol nel sangue di 0,05-0,08 per
cento, pari ad uno stato di
“discreta ebbrezza” a causa del modo in cui metabolizzano l’alcol. Nel loro stato di ubriachezza, i diamantini non sono stati in grado di
cantare in modo normale.
“Gli effetti più evidenti sono stati la diminuzione di ampiezza ed una maggiore entropia”, hanno osservato i ricercatori. In altre parole, il canto degli uccelli “sbronzi” risulta più debole e lento, confuso e meno organizzato.
Oceano Pacifico, moria di uccelli marini: “senza precedenti”
Gli scienziati stanno cercando di capire cosa c’è dietro le morti di uccelli marini che sono stati trovati a centinaia lungo la
costa del Pacifico da ottobre. La moria di massa dei piccoli uccelli grigi dal
ventre bianco, conosciuti come aucklets di Cassin
, va dalla British Columbia a San Luis Obispo, California. È normale che alcuni uccelli marini muoiano a fronti di dure condizioni
invernali, soprattutto durante le grandi tempeste, ma questa moria
è insolita. “Per essere così lunga e geograficamente diffusa, penso si tratti di un caso senza precedenti. E’ un evento interessante e senza precedenti”, ha detto Phillip Johnson, direttore esecutivo della Oregon Shores Conservation
Coalition
.
Palermo, si vende ancora fauna protetta
Una domenica all’insegna del bracconaggio e dell’ illegalità nel mercato storico di Ballarò. Gli uccellatori hanno ripreso ormai senza alcun timore l’attività di vendita illecita di cardellini e altri fringillidi catturati in natura. I
volontari della Lipu che domenica 4 gennaio hanno effettuato un sopralluogo,
hanno rilevato alcune postazioni con le classiche gabbie cosiddette a
“ricevitore” piene di cardellini ma anche verzellini e fanelli, oltre che le solite gabbie
con all
’interno incroci tra canarini e cardellini e altri animali domestici. Nelle
ultime domeniche in cui i volontari della Lipu hanno monitorato la piazza, si
è notato un incremento degli uccellatori, a distanza di poco più di un mese dall’ultimo blitz delle Forze dell’Ordine. La Lipu, con una lettera al Prefetto e alle massime Forze di Polizia,
rinnova la richiesta di interventi pi
ù frequenti e metodici, consigliando, cosa molto importante, le perquisizioni
domiciliari e il sequestro dei mezzi utilizzati per commettere tali reati,
bloccando cos
ì l’uso di altri canali con i quali vengono commercializzati illegalmente i
fringillidi.
“Bisogna interrompere definitivamente tale fenomeno una volta per tutte, ormai
non
è più accettato dalla comunità” afferma Giovanni Cumbo, Delegato della Lipu di Palermo.
Mantova, allevamento avicolo in fiamme: morte duemila anatre
Un incendio ha distrutto un capannone di un allevamento avicolo provocando la
morte di duemila anatre.
È accaduto a Ceresara, in provincia di Mantova. A provocare le fiamme e il fumo
denso che ha soffocato la maggior parte degli animali, un corto circuito all
’impianto che regola le lampade riscaldanti utilizzate per l’allevamento delle anatre. I vigili del fuoco hanno lavorato tre ore per
circoscrivere l
’incendio, mentre poco dopo hanno cominciato ad intervenire i tecnici dell’Asl per il recupero delle carcasse degli animali e il loro smaltimento.
Cisgiordania, liberati dagli animalisti due rari gufi reali
Due rari gufi reali sono stati liberati dalla Palestine Wildlife Society in
Cisgiordania. I pennuti sono stati fatti volare nella natura proprio nel
National Bird Day, dopo essere stati dotati di un anello di identificazione in
metallo posto su una zampa. Hanno preso il volo dal monastero Saint Saba vicino
a Betlemme.
“Il numero di gufi reali è in forte calo ed è probabile che si estingueranno sul nostro territorio. Quindi il nostro
messaggio ai palestinesi
è che dobbiamo salvare gli uccelli e gli animali che sono un tesoro per tutti noi
in Palestina
”, ha spiegato il direttore esecutivo di Palestine Wildlife Society, Imad
Al-Atrash. Uno dei gufi proveniva da da Ramallah mentre l
’altro da Halhoul, vicino a Hebron. La coppia è arrivata nel parco tre mesi fa per ricevere le cure di cui aveva bisogno prima
di tornare alla libert
à.
Salvata cicogna allo stremo nel Modenese
Una cicogna è stata salvata dai volontari del Centro Fauna Selvatica Il Pettirosso di Modena
in un
’area vicino a Finale Emilia, dopo la segnalazione di un cittadino. L’animale era stremato, incapace di alzarsi in volo, probabilmente per la
difficolt
à a trovare cibo per il gelo. Le cicogne - dicono gli esperti - migrano in
ottobre in zone pi
ù calde dove trovano prede con maggiore facilità: quest’anno per il clima mite diversi migratori non sono partiti, andando in difficoltà con il gelo.
Toscana, l’Ibis eremita a rischio caccia
È una specie in pericolo critico di estinzione ed è in Italia una delle minacce alla sua sopravvivenza. Alcuni Ibis eremita sono
ora in viaggio dal centroeuropa alla volta dell
’Oasi Wwf di Orbetello, meta italiana di svernamento, solcando i cieli della
Toscana, ma
“la provincia di Livorno rappresenta la zona di massimo pericolo”, denuncia Johannes Fritz, capo progetto del Life+ “Reason for hope”, cofinanziato dall’Ue e sostenuto in Italia dal Parco Natura Viva che segue costantemente gli Ibis
grazie alla app Animal Tracker.
“L’esame a raggi X che è stato fatto a Hella, l’Ibis trovato morto nel livornese lo scorso ottobre, ha infatti evidenziato la
presenza di pallini da caccia, una chiara prova del fatto che l
’animale sia stato vittima di bracconaggio - continua Fritz - Purtroppo la caccia
illegale in Italia ha gi
à causato circa i due terzi delle perdite nell’ambito della popolazione che stiamo cercando di allevare, di rendere autonoma
nella migrazione e quindi di reintrodurre in natura
”. Il ricercatore lancia quindi un appello: “Sta ora alle associazioni venatorie prendersi la responsabilità di rispettare l’accordo che hanno stretto con noi pochi mesi fa, cercando di fare il possibile
per evitare ulteriori perdite, in particolare in questa zona della Toscana
”. Proprio nell’ottobre 2014 infatti, poco prima che Hella perdesse la vita impallinato, i
rappresentanti della Federazione Italiana Della Caccia e della Confederazione
Cacciatori Toscani furono nominati genitori adottivi onorari di due ibis
eremita. Firmarono un accordo che prevede il continuo e costante supporto per
ridurre la minaccia della caccia illegale a carico sia dell
’Ibis eremita che di altre specie a rischio di estinzione, in particolare lungo
la rotta di migrazione. Ad oggi, il bilancio delle perdite
è pesante: dal 2002 al 2012 sono stati persi 60 ibis eremita, il 70% dei quali è stato trovato morto a seguito di bracconaggio o è scomparso durante il periodo venatorio in Italia. Per ricordarne solo alcuni
prima di Hella, vennero uccisi nel 2012 Goja e Jedi a soli 6 km dal luogo dove
è stato ucciso Hella, trovati in fin di vita grazie ai trasmettitori gps che
ognuno ogni Ibis ha sul dorso. E poi c
’è Domino che, sopravvissuto nel 2012 ad un attacco dei bracconieri a Cecina, è rimasto privato della possibilità di volare.
Ibis eremiti in Trentino dopo 4 secoli di assenza
A quattro secoli dall’estinzione sulle Alpi, gli ibis eremiti sono tornati, avvistati in Trentino, in
transito o in sosta. Hanno riacceso l
’attenzione locale attorno a quest’enigmatica specie, Geronticus eremita, le cui popolazioni selvatiche autonomamente migratrici si possono considerare
praticamente estinte. Sorpresi dal freddo natalizio a nord delle Alpi, 17
esemplari sono stati recuperati dal progetto Waldrappteam. Alcuni sono andati
in alta val di Non, a Malosco, Sarnonico e Rumo.
Ibis eremita, conclusa migrazione autunnale a Orbetello
Sono partiti in 20 ed arrivati in 15: si è conclusa così la migrazione autunnale degli Ibis eremita, partiti a settembre dal centro
Europa alla volta dell
’oasi WWF di Orbetello per trascorrere l’inverno. Il bilancio poteva essere però molto più sfavorevole senza l’intervento dei ricercatori del Waldrappteam, che hanno allevato gli Ibis in
Austria nell
’ambito del programma LIFE+ “Reason for Hope” cofinanziato dall’Ue, e dei volontari del Parco Natura Viva che hanno supportato in Italia il volo
dello stormo. Tutti gli Ibis eremita sono dotati di rilevatore GPS, ma non
sempre questi funzionano a dovere. Cos
ì è stato possibile capire che i due che non ce l’hanno fatta sono rimasti vittima del repentino cambio di temperatura a nord
delle Alpi, mentre gli altri tre risultano tutt
’ora dispersi e gli ambientalisti hanno lanciato un appello chiedendo di essere
avvertiti in caso di avvistamento. L
’ultimo Ibis eremita ad arrivare nell’oasi del WWF è stato ‘Luigi’, un esemplare molto giovane. E’ “atterrato” su una pista dell’aeroporto NATO di Ghedi perché aveva perso il suo gruppo, è stato soccorso dal Corpo di Polizia Provinciale di Brescia ed è stato ricoverato presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica della Valpredina
e subito raggiunto dal Waldrappteam, che ieri pomeriggio lo ha trasportato
direttamente ad Orbetello.
“Gli esemplari giovani hanno bisogno degli adulti che gli insegnino la rotta -
afferma Anne Gabriela Schmalstieg del Waldrappteam -. Anche per questo
è necessario salvaguardarli dalla caccia illegale e continuare a seguirli. Quando
vengono colpiti gli Ibis pi
ù esperti, ne fa le spese l’intera popolazione e l’ intero progetto. Come è successo a Hella e Goja, uccisi quest’ anno”. La migrazione si ripeterà in senso inverso durante le giornate miti di aprile, che permetteranno agli
uccelli di affrontare il ritorno in l
’Austria.
Richiami vivi, corretta gestione di Anseriformi e Caradriformi
Dopo la sospensione della deroga al divieto di utilizzo dei richiami vivi, il
Ministero della Salute ha dato indicazioni di corretta gestione dei volatili.
Con nota ministeriale del 23 dicembre
è stata sospesa la deroga al divieto di utilizzo dei richiami vivi appartenenti
agli Ordini degli Anseriformi e Caradriformi. La sospensione ha fatto seguito
alla positivit
à al virus influenzale sottotipo H5N8 ad alta patogenicità confermata in un allevamento di tacchini da carne della provincia di Rovigo. Al
riguardo, la Direzione Generale della Sanit
à Animale ha redatto una ulteriore circolare che contiene alcune misure minime
per la corretta gestione di questi volatili. I proprietari di tali volatili
devono assicurare al momento del rientro presso l
’allevamento/domicilio, la comunicazione ai Servizi veterinari delle ASL
competenti dell
’avvenuto trasferimento dei volatili con indicazione delle zone di caccia dove
gli uccelli sono stati utilizzati nel corso della stagione venatoria (se
previsto, fornire il documento di rendicontazione). Il Ministero della Salute
raccomanda inoltre la comunicazione di qualsiasi variazione in merito allo
stato sanitario degli uccelli da richiamo. Nel caso si rinvengano soggetti
morti, i proprietari devono assicurare il conferimento tempestivo dei volatili
ai Servizi veterinari
dell’ASL competente per territorio, i quali provvederanno all’invio all’IZS di riferimento per l’autopsia e la ricerca di virus influenzali. Al momento del rientro, andrà disposta una rigida separazione tra gli uccelli da richiamo, il pollame
domestico e gli altri volatili detenuti in cattivit
à. Richiesti inoltre un’accurata pulizia e disinfezione dei mezzi di trasporto e delle attrezzature
utilizzati per il trasporto degli uccelli da richiamo e il trasferimento
diretto dei volatili da richiamo, per impedire ulteriori contatti a rischio.
Anche i recinti eventualmente utilizzati per detenere i volatili presso gli
appostamenti di caccia dovranno essere accuratamente puliti. Nel luogo di
detenzione dei richiami, se la persona addetta al loro governo
è la stessa che si occupa anche di altri volatili allevati, devono essere
garantite adeguate norme di igiene di carattere personale (lavaggio mani,
cambio stivali, ecc.) e generale (attrezzi per il governo e la pulizia
distinti). I Servizi veterinari, a seguito di valutazione del rischio che dovr
à tenere in considerazione in particolare la localizzazione delle zone di caccia
dove sono stati utilizzati i richiami vivi (aziende faunistico venatorie
lagunari), definiranno un programma di sorveglianza a campione. Nell
’ambito di tale attività, dovrà essere valutato qualsiasi sintomo clinico riferibile all’influenza aviaria e i soggetti rientrati dalle zone di caccia ritenute a rischio
dovranno essere sottoposti a campionamento tramite tamponi cloacali secondo il
seguente schema di consistenza:
- fino ai 10 capi: un controllo mediante prelievo di tutti i capi;
- sopra i 10 capi: un controllo mediante prelievo a campione, sugli animali
detenuti, comunque non inferiore ai 10 capi
Traffico di specie protette da 23 miliardi all’anno: in Italia 1 reato ogni 43 minuti
È il quarto mercato illegale dopo quelli di droga, armi ed esseri umani, con un
giro d
’affari di 23 miliardi di dollari l’anno, gestito spesso dalla criminalità internazionale a danno dell’ambiente, e non di rado per finanziare movimenti terroristici. Stiamo parlando
del traffico illegale di specie protette. Un
’emergenza in Italia, dove si consuma una violazione in materia ambientale ogni
43 minuti e i reati contro gli animali e la fauna selvatica rappresentano il
22% del totale dei reati ambientali. In occasione dell
’inaugurazione dei rinnovati locali che ospitano, presso l’Ispettorato generale, il personale del Servizio Cites centrale del Corpo
Forestale dello Stato, sono stati presentati gli ultimi risultati dell
’attività operativa e il calendario edizione 2015 sul tema “La Convenzione di Washington e le specie italiane”. Gli esperti della Forestale, nel corso del 2014, hanno realizzato 68.290
controlli in tutto il territorio nazionale, in linea con i dati dell
’anno precedente. Circa 1.500 accertamenti sono stati effettuati in Italia e più di 66 mila in ambito doganale. Le regioni italiane in cui è stato eseguito il maggior numero di controlli sono la Lombardia con 23.774 e la
Toscana con 23.529, entrambe con una significativa presenza di aziende
manifatturiere del settore e al maggior transito di specie protette negli scali
doganali, dove sono dislocati i Nuclei operativi Cites del CfS. Se, da un lato,
i dati pi
ù recenti sul rilascio di certificati Cites dimostrano come l’andamento delle esportazioni dei prodotti di eccellenza del “Made in Italy” sia in controtendenza rispetto alla crisi economica di altri settori
produttivi, dall
’altro, i dati sui controlli svolti negli ultimi anni segnalano che il contrasto
ai traffici illegali di specie selvatiche e il controllo di legalit
à sulle filiere produttive e sulle attività commerciali che impiegano tali specie restano gli obiettivi principali che il
Corpo forestale dello Stato si pone, come autorit
à preposta all’applicazione della Cites e dei regolamenti europei di attuazione. Alcuni numeri.
Nel 2014, sono stati complessivamente accertati 174 reati, contro i 269 del
2013, riguardanti il commercio illegale delle piante e degli animali tutelati
dalla Convenzione di Washington. Contestati, inoltre, 140 illeciti
amministrativi per un totale di oltre 400 mila euro, rispetto ai 265 illeciti
per un totale di circa 500 mila euro notificati nell
’anno precedente. Il valore complessivo delle specie sequestrate nel corso del
2014 si aggira intorno ai 500 mila euro, in aumento rispetto a quello rilevato
nel 2013, pari a circa 450 mila euro. L
’Italia, ancora, continua ad essere ai primi posti per numero di sequestri
effettuati in ambito Cites tra i Paesi membri dell
’Unione Europea: l’anno scorso è stata seconda solo alla Francia. Grazie all’attività di contrasto del fenomeno svolta dal Corpo forestale dello Stato negli anni
precedenti, in realt
à, il commercio legato ai prodotti della medicina tradizionale cinese ha subito
una netta diminuzione e sono in calo anche i reati relativi al commercio
illegale di caviale. Stazionano, invece, su livelli elevati il traffico di
tartarughe soprattutto provenienti dall
’Est Europa e dal Nord Africa e quello di rapaci, anche autoctoni, prelevati
negli habitat del nostro Paese e venduti nei mercati esteri. Tra le oltre 35
mile specie di flora e fauna tutelate dalla Convenzione internazionale di
Washington, sono annoverati importanti rappresentanti della biodiversit
à europea ed italiana, minacciati di estinzione. Il calendario 2015 del Servizio
Cites intende presentare queste specie, spesso poco conosciute, considerate un
patrimonio di biodiversit
à.
Ricercatori USA: “aumentano le morie di massa di uccelli, pesci e invertebrati”
Negli ultimi 70 anni le morie di massa sono in aumento tra gli animali, sia per
frequenza sia per gravit
à, e colpiscono soprattutto uccelli, pesci ed invertebrati marini. Lo rivela un
nuovo studio compiuta dai ricercatori americani di Yale e di Berkley, che
individua le cause del fenomeno in una crescita delle epidemie, nella
biotossicit
à e in molteplici fattori di stress. L’analisi, riportata su Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS), nota che dal 1940 ad oggi sono stati classificati 727 eventi di decessi
in massa tra gli animali. Differenti, per
ò, le risposte delle specie: sono stati colpiti soprattutto uccelli, pesci ed
invertebrati marini; le morie di mammiferi sono rimaste pi
ù o meno invariate negli anni, mentre sono diminuite per anfibi e rane. Nel
complesso, le malattie sono state le principali colpevoli degli eventi (26% dei
casi) seguite immediatamente dopo dai processi direttamente influenzati dal
clima. Il 25% degli eventi di mortalit
à di massa delle specie risulta, inoltre, strettamente collegato alle condizioni
atmosferiche estreme, che provocano stress termico o mancanza di cibo. L
’effetto serra ha avuto effetti devastanti soprattutto in relazione al mare. Il
pi
ù evidente fattore di biotossicità è rappresentato, infatti, dalla riduzione dell’ossigeno presente nell’acqua a causa dell’eccessivo proliferare di alghe, determinato a sua volta dall’aumento della temperatura. Gli eventi peggiori - notano infine i ricercatori -
sono stati quelli scaturiti da pi
ù ragioni concatenate.
Palermo, 300 uccelli selvatici sequestrati al mercato Ballarò
Circa 300 esemplari di uccelli selvatici sequestrati e due uomini indagati in
stato di libert
à per commercio illegale di fauna selvatica. E’ il risultato di un’operazione congiunta delle forze dell’ordine messa in atto ieri mattina, nel quartiere Ballarò di Palermo, e finalizzata al contrasto della vendita illegale di specie animali
protette. Tanti i venditori ambulanti che alla vista degli agenti si sono
dileguando, lasciando gli uccelli abbandonati nelle loro gabbie. Gli agenti
sono riusciti a fermare due uomini di 58 e 39 anni ritenuti responsabili del
reato di commercio illegale di fauna selvatica. La vendita dei volatili - 205
cardellini, 13 canarini, 43 verzellini, 2 merli, 11 fanelli, 4 ibridi e 1
cappellaccia - avrebbero potuto fruttare sul mercato nero circa cinquemila
euro, in quanto il costo di ogni esemplare si aggira tra i 15 e i 50 euro. Gli
uccelli sono stati portati al Centro Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza, nel
palermitano, per valutarne le condizioni veterinarie e programmare la
reintroduzione in natura.
Rende (CS), uccisa rara cicogna bianca
Un esemplare di cicogna bianca, appartenente ad una specie rara e protetta da
leggi nazionali e internazionali,
è stato abbattuto in provincia di Cosenza. A darne notizia sono i volontari della
Lipu di Rende impegnati da anni in un progetto per l
’installazione di nidi artificiali sui tralicci e pali dell’Enel. “Condanniamo questo episodio grave e scellerato - riporta una nota dell’associazione - auspicando che venga fatta chiarezza”.
No alla caccia a tre specie di uccelli selvatici
Non sarà più possibile cacciare il tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia in tutto il
territorio nazionale;
è quanto ha affermato la Commissione europea lo scorso 20 gennaio. Ha contestato
la violazione della direttiva 2009/147/CE in materia di conservazione degli
uccelli selvatici, che vieta la caccia nei periodi di nidificazione e
riproduzione.
Tenuto conto che già nella seconda decade di gennaio è in corso la cosiddetta “migrazione pre-nuziale” che precede la nidificazione e considerato che in numerose regioni italiane
risulta a tutt
’oggi possibile cacciare queste specie migratrici fino al 31 gennaio, il
Ministero dell
’ambiente ha già da tempo sollecitato le regioni ad adeguarsi i tempi richiesti dall’Unione europea ma non tutte le regioni hanno dato seguito al sollecito. Per
questo motivo , su proposta del Ministro dell
’Ambiente, Gian Luca Galletti, il Consiglio dei Ministri ha deliberato l’esercizio del potere sostitutivo previsto dall’articolo 8, comma 4, della legge 5 giugno 2003, n. 131, nei confronti delle
regioni Liguria, Toscana, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Marche,
disponendo la modifica Ne d
à notizia un comunicato di Palazzo Chigi.
L’illegalità ritorna al mercato degli uccellatori di Ballarò
Domenica 25 gennaio la piazza di Ballarò è tornata nuovamente a riempirsi di uccellatori e gabbiette con diversi
fringillidi. Nonostante l
’ultimo intervento delle Forze dell’Ordine sia stato appena due domeniche fa, i venditori abusivi di cardellini si
sono reimpossessati della piazza come se nulla fosse accaduto.
I volontari della Lipu, infatti, a seguito di un sopralluogo, hanno constatato
il possesso, da parte degli uccellatori, dei luoghi abituali per la messa in
vendita di fauna selvatica protetta, nell
’indifferenza più totale dei passanti. Sono state esposte alcune gabbie a “ricevitore”, ciascuna contenente una cinquantina di cardellini. “La vergona d’Italia” definisce Giovanni Cumbo, Delegato della Lipu di Palermo, “la piazza di Ballarò, infatti, è ormai praticamente l’unico sito rimasto in cui sistematicamente ogni domenica avviene la vendita illecita di fauna selvatica protetta” continua il Delegato di Palermo. “Vogliamo nuovamente ringraziare le Forze dell’Ordine per l’intervento effettuato domenica 18 gennaio nella piazza di Ballarò e ci affidiamo a loro per futuri interventi volti ad eliminare definitivamente
tale problema. Rinnoviamo sempre le nostre proposte, ossia interventi pi
ù metodici, le perquisizioni domiciliari ed il sequestro di mezzi usati per il
commercio e la vendita illecita
”. “Vogliamo anche fare un appello ai cittadini di Palermo e a coloro che ogni
domenica frequentano il mercato, quello cio
è di denunciare tale fenomeno e non comprare i cardellini e tutti gli uccellini
esposti nella piazza, altrimenti non si fa altro che incrementare questo
fiorente mercato illegale
”.
Francia, primo processo a produttore di foie gras
«Gravi sevizie e atti di crudeltà»: per la prima volta nella storia di Francia, un grande produttore di foie gras
finisce in tribunale per presunte violenze sugli animali. Tutto ha inizio nell
’autunno 2013, con la diffusione di un video choc da parte di L214 Éthique & Animaux. Nel filmato, l’associazione per la difesa degli animali denunciava le condizioni di
ingozzamento forzato delle anatre, il cosiddetto
«gavage», in alcune delle fattorie affiliate al marchio Ernest Soulard, uno dei più rinomati della République, lo stesso che rifornisce grandi ristoranti di Parigi. Colpito dalla
durezza di quel video, lo chef britannico, Gordon Ramsay, decise di sospendere
le forniture di Soulard. Il francese Joel Robouchon, un altro grande chef
stellato, segu
ì l’esempio poco dopo. Questo «primo processo in Francia» consentirà di discutere del «fondamento e della legalità di queste pratiche» e delle «conseguenze sugli animali», spiega la portavoce di L214, Brigitte Gothière. Per la legale dell’associazione, Hélène Thouy, «se il marchio verrà condannato ci saranno evidentemente conseguenze sulla pratica, già vietata in numerosi Paesi». La condanna per atti di crudeltà è passibile di trentamila euro di multa e due anni di prigione, avverte Thouy.
Mentre Soulard corre ai ripari.
«Non siamo dei barbari - protesta Roland Tonarelli, direttore generale del
marchio basato in Vandea - Dimostreremo passo passo, minuto per minuto che non
ci sono stati maltrattamenti
». «Abbiamo elementi fattuali per provare che il video è una montatura e che non è stato girato nelle nostre fattorie», insiste Tonnarelli, furioso per la diffusione di quel filmato: «Ha danneggiato i produttori e contribuito ad un clima di sospetto, ma vedrete
che ne usciremo puliti
». Sentenza attesa per il 19 marzo.
Dieta flessibile aiuta pinguini contro cambiamenti clima
Avere una dieta flessibile aiuta una particolare specie di pinguini, il
pigoscelide comune (o pinguino Papua), ad adattarsi meglio di altri ai
cambiamenti climatici che stanno colpendo l
’Antartide. Lo sostiene uno studio condotto dalla Louisiana State University
(LSU), che ha preso in considerazione due famiglie di pinguini tra loro molto
simili che abitano il continente pi
ù meridionale della Terra, il pigoscelide comune e quello antartico, per cercare
di capire perch
é la popolazione del primo stia aumentando, mentre la presenza del secondo sia in
calo. Secondo gli scienziati, il primo sembra rispondere meglio all
’ambiente circostante che muta per le temperature più alte: per esempio ha una dieta più varia e flessibile del secondo, che si nutre invece solo di un particolare
crostaceo, il krill antartico, sempre pi
ù scarso a causa del riscaldamento globale. Il pinguino Papua è anche più flessibile su dove e quando riprodursi; inoltre, accompagna più a lungo i pulcini verso l’età adulta, alimentandoli per un periodo di tempo più prolungato. “Queste - ha detto Michael Polito della LSU - potrebbero essere le ragioni per
cui il pigoscelide comune della Penisola antartica sta beneficiando dei
cambiamenti climatici e la sua popolazione
è in aumento, mentre il pigoscelide antartico è in calo”. La ricerca è stata pubblicata su
Marine Ecology Progress Series.
Gorizia, salvato gufo nascosto in un guardrail dell’autostrada A4
Un esemplare di gufo, nascosto nel guardrail all’altezza del casello del Lisert lungo la A4 Venezia-Trieste, è stato scoperto e messo in salvo da una pattuglia della polizia stradale di
Gorizia. L
’animaletto, ferito probabilmente a causa di un contatto contro un veicolo, stava
muovendosi a fatica sul ciglio della strada. L
’agente ha puntato entrambe le lampade in direzione dell’uccello per attirare l’attenzione e per stordirlo. Il capo della pattuglia ha dapprima spento la
lampada in mano e poi ha indossato i guanti di pelle riuscendo ad afferrare il
piccolo rapace.
È stato quindi chiamato il cinovigile dell’ASL di Gorizia il quale, dopo aver verificato le condizioni dell’animale, lo ha trasportato nel Centro per il recupero della fauna selvatica in
difficolt
à della Provincia di Gorizia a Terranova di Fossalon. Il soccorso degli animali è stato in tempi recenti previsto dal comma 9-bis, aggiunto all’articolo 189 del Codice della Strada, che tratta del comportamento da tenere in
seguito a incidenti. E
’ prescritto l’obbligo di fermarsi e di “porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo soccorso agli
animali d
’affezione, da reddito o protetti che abbiano subito un danno in caso di
incidente stradale
”.
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