Unione Italiana Ornitofili
NEWS UIO Aprile 2015


Vola per 2mila km senza fermarsi, è la migrazione della Dendroica

Per oltre 50 anni gli scienziati hanno avuto indizi sul fatto che un piccolo uccello canoro delle foreste boreali canadesi e statunitensi, chiamato Dendroica striata, fosse in grado di fare una migrazione senza fermate dal Nord al Sud America sorvolando l ’Atlantico. Adesso un team di ricercatori, grazie a un geolocalizzatore a ‘zainetto’, ha raccolto “prove inconfutabili”: l’uccellino, dal peso di appena 12 grammi, viaggia ininterrottamente per 2-3 giorni coprendo una distanza tra i 2.270 e i 2.770 km per arrivare a Porto Rico, Cuba e nelle Grandi Antille, e da l ì in Venezuela e Colombia. Lo studio, pubblicato sulla rivista Biology Letters della Royal Society, ha coinvolto le università di Guelph, del Massachusetts e diversi altri istituti. Gli studiosi hanno equipaggiato 40 esemplari di dendroica con un Gps dal peso di 0,5 grammi, posizionato sul dorso degli uccelli e fissato alle zampette in modo simile a come un uomo indossa uno zaino. Date le dimensioni ridotte, necessarie per non appesantire gli uccelli, i geolocalizzatori non erano in grado di trasmettere dati durante il volo, ma sono stati ‘sfilati’ agli uccelli a migrazione avvenuta, consegnando i dati agli esperti. “Questi uccelli hanno un viaggio tremendo davanti a loro e prima di partire mangiano tutto quel che possono, in alcuni casi raddoppiando la loro massa corporea grassa in modo da poter volare senza avere l ’esigenza di cibo e acqua”, spiega il ricercatore Ryan Norris. “Per loro non c’è possibilità di fallire. È un viaggio ‘vola o muori’“.




Roma, mamma e 7 pulcini sul lungotevere

Mamma e quattro piccoli attraversano la strada. Una scena comune in città, ma non quando si tratta di una famiglia di germani reali che, disorientata, tenta di attraversare il trafficato Lungotevere. A salvare gli animali ci hanno pensato, sabato 25 marzo, gli automobilisti della Capitale, in particolare Claudio Basili e sua moglie che hanno raccontato l ’esperienza sul forum Pescasubapnea. «Ragazzi esperienza fantastica - scrive su internet - Sono tornato a casa stanco e infreddolito dalla tramontana, ma contento di essere riuscito con la mia caparbiet à a salvare questi stupendi animali». Scrive Basili: «Eravamo nel centro di Roma e verso le 17 prendiamo la macchina per rientrare verso casa. Prendo Lungo Tevere Aventino (direzione Bocca della Verit à - Circo Massimo) quando ad un certo punto vedo una signora in mezzo la strada sbracciarsi e fermare il traffico, mi fermo guardo bene e davanti a lei c ’è un Germano reale femmina con dietro quattro pulcini che la seguono mentre traversano la strada piena di macchine ». L’uomo decide di fermarsi e scendere dalla macchina per non far schiacciare la famigliola che vuole andare nel lato opposto al fiume. «Quando tutto sembra andato bene, scorgo sulla mia sinistra altre 3 pulcini che corrono tra le macchine parcheggiate e la strada - aggiunge - Inizio a correre e li seguo cercando di bloccare le macchine che intanto avevano ripreso a camminare. Immaginate un pazzo che urla, ferma le macchine e nello stesso tempo cerca di prenderli al volo... ».  Alla fine il salvataggio è riuscito e la famigliola («mamma germano e 7 pulcini bellissimi») riuniti e fuori pericolo. «La mamma nel frattempo si era rifugiata dietro una recinzione di metallo di un cantiere. Ma come facciamo a portali tutti insieme nel Tevere? Inizio cos ì a contattare tutti, dai vigili del fuoco ai vigili urbani, ma è sabato e nessuno mi da retta». L’uomo però non si arrende e contatta i volontari dell’Arf (Associazione recupero fauna)che gli danno alcuni suggerimenti: «Devo cercare di non far volare la mamma e così mi metto vicino alla famigliola cercando di non farla muovere, faccio dei richiami, cerco di tranquillizzarli tutti e pare funzionare ». Finalmente dopo un’ora, arrivano due volontari dell’Arf «muniti di un grande retino e scatoloni riusciamo a bloccare la mamma e a prendere i cuccioli - racconta ancora Basili - Mi spiegano che non possono lasciarli subito perch é è buio e c’è il grosso pericolo di disperdere i piccoli che rischiano da soli la morte. Quindi tutto rimandato alla domenica mattina ». Ed ecco il lieto fine della storia. «Torno a casa stanco e infreddolito dalla tramontana di lungo Tevere, ma contento di essere riuscito con la mia caparbiet à a salvare questi stupendi animali. Domenica mattina mi arriva un sms: tutto è andato bene, mamma e pulcini finalmente liberi di tornare nel loro habitat. Ragazzi esperienza fantastica! ».




Nelle nostre case 60 milioni di animali: “sempre più pet-friendly”

Gli italiani sono sempre più un popolo pet-friendly. Nel nostro Paese gli animali domestici sono circa 60 milioni e il migliore amico dell ’uomo, il cane, si conferma il pet più amato, presente nelle case del 55,6% dei nostri connazionali, mentre il 49,7% predilige il gatto. Meno diffusi, gli altri animali come pesci (9,7%), volatili (9%), tartarughe (7,9%), conigli (5,3%), criceti (4,6%) e rettili (1,1%), ma non mancano anche animali esotici (0,8%). E l ’amore per gli animali ha superato anche la crisi economica, influenzando positivamente il mercato del mondo pet. Nel 2014 il principale segmento, quello degli alimenti per cani e gatti, mostra una crescita del 2,1%, per un totale di 1,73 miliardi di euro di fatturato, di cui 932,2 milioni di euro di alimenti per gatti e 703,4 milioni di euro per cani, a cui vanno ad aggiungersi 99,9 milioni di snack funzionali e fuoripasto. Per gli “amici domestici”, l’1% degli italiani spende oltre 300 euro al mese, il 4% tra 300 e 100 euro, l’11% tra 100 e 50 euro, il 31,5% tra i 50 e i 30 euro, mentre il 52,5% meno di 30 euro. Lo stesso incremento (+2,4%) lo si riscontra nel settore accessori come giochi, guinzagli, cucce, ciotole, utensileria varia e prodotti per l ’igiene. Sono in particolare i prodotti per l’igiene dell’animale a trainare la crescita, segno del continuo interesse da parte dei proprietari per la salute ed il benessere dei propri animali da compagnia. Inoltre pi ù del 90% dei proprietari e più dell’80% dell’opinione pubblica attribuisce benefici reali alla presenza degli animali da compagnia. A tracciare la cartina dell ’Italia amante degli animali è una ricerca redatta dagli esperti di “QuattroZampeinFiera”, la kermesse dedicata a cani, gatti e proprietari che farà tappa a Napoli e a Milano tra aprile e ottobre. I proprietari, secondo gli autori dello studio, “sono convinti che il benessere e la buona qualità della vita, soprattutto in un momento difficile come quello attuale, siano favoriti dalla presenza di animali da compagnia (81% proprietari), che apportano benefici emotivi, affettivi e comportamentali. Si rileva, oggi, un vero e proprio stile di vita specifico correlato alla presenza dell ’animale da compagnia: piacevole, divertente, che aiuta l’individuo a stare in forma e supporta la famiglia a crescere meglio i figli”. Ma non solo. “E’ aumentata anche l’attenzione da parte di società e istituzioni nei confronti degli animali da compagnia, che vengono considerati sempre pi ù soggetti con precisi diritti”, evidenzia ancora la ricerca. A questo proposito, “il pubblico richiede dai media più spazio e attenzione verso gli animali da compagnia. Si rileva quindi il desiderio, espresso dal 52% dell ’opinione pubblica e 72% dei proprietari, di avere maggiori contenuti legati ai pet e ai loro diritti, alla loro educazione, alla convivenza, oltre che ad aspetti legati alla cura o al benessere ”.




Dopo la Pasqua in clinica salva Aquila Reale in California

Per una grande aquila reale è stata una Pasqua insolita, passata in una clinica veterinaria della California a causa di un trauma cranico per un probabile impatto con una turbina eolica, ma dopo le cure potr à tornare a volare. Un gruppo di vigili del fuoco ha trovato il rapace, di circa 5 chilogrammi, sul marciapiede della loro caserma. I soccorritori hanno portato l ’aquila al centro di riabilitazione per animali selvatici “Lindsay Wildlife Rehabilitation Center” di Walnut Creek in California, dove i veterinari hanno verificato che il rapace era disidratato e sofferente a causa di un trauma cranico. Inoltre è stata riscontrata una possibile intossicazione da rodenticidi, che si verifica quando i predatori mangiano topi contaminati. Il rapace, munito di GPS, è un esemplare di un gruppo di aquile utilizzate per lo studio degli effetti delle turbine eoliche delle ‘Altamont Pass Wind Farms’, uno dei più grandi parchi eolici degli Stati Uniti. Il centro di Walnut Creek ha comunicato che “delle 8 aquile reali che controllano ogni anno, molte sono state ferite dalle turbine, e che sono andate troppo lontano per essere curate ”. “Anche se le aquile non sono in pericolo di estinzione, protette da una legge dello Stato ”, dal centro ricordano però che “le turbine eoliche sono una minaccia nota per gli uccelli, e quelle di Altamont Pass uccidono migliaia di uccelli e pipistrelli all ’anno”. Il team di veterinari è cautamente ottimista circa il pieno recupero dell’aquila che, anche se al momento vede solo da un occhio, “dopo tre giorni di terapia intensiva è sembrata molto vispa”. La veterinaria, Lana Krol, ha spiegato che “l’obiettivo è quello di farla tornare alla sua solita vivacità”.




USA, caccia al killer delle aquile calve

C’è qualcuno in Arkansas che nell’arco di pochi mesi ha ucciso a fucilate almeno quattro esemplari di aquila calva, simbolo degli Stati Uniti sin dal 1782, e le autorit à locali hanno deciso di offrire una ricompensa a chi aiuterà a catturarlo. L’aquila calva non è più nella lista degli animali in via di estinzione, ma è ancora una specie protetta a livello federale: a chiunque ne uccida volontariamente un esemplare pu ò esse inflitta una molta fino a 100 mila dollari e una pena fino ad un anno di carcere. L ’ultimo esemplare ammazzato è stato ritrovato giorni fa nei pressi del lago Beaver, e lo U.S. Fish and Wildlife Service e l ’Arkansas Game and Fish Commission hanno deciso di intensificare le ricerche, offrendo una ricompensa di 6.000 dollari a chiunque fornir à informazioni utili per la cattura del responsabile.




Frosinone: rapace ferito da elicottero, salvato con manovra d’emergenza

Si è schiantato contro un elicottero dell’Aeronautica militare ed è rimasto ferito a terra, sanguinante. Un rapace è stato salvato all’aeroporto di Frosinone, dopo una riuscita manovra d’urgenza del pilota. Sull’elicottero c’erano un istruttore del 72° Stormo e un allievo dell’Esercito italiano. Erano in fase di decollo al «Girolamo Moscardini» per una missione di addestramento, quando il gheppio - un esemplare maschio - all ’improvviso è finito contro la parte destra del rotore principale dell’elicottero, che non ha subito conseguenze. L’incidente non è sfuggito al pilota, che ha deciso di non andare avanti, attuando una manovra d’emergenza. Dopo pochi secondi, il TH500 B è atterrato nello scalo militare del capoluogo ciociaro (dove si formano piloti di elicottero per l ’Aeronautica, l’Esercito italiano e le Forze armate) e sono così scattate le ricerche del volatile. I due membri dell’equipaggio, a bordo di una campagnola, hanno raggiunto il luogo dell’impatto. Il rapace è stato trovato poco dopo nell’area dell’aeroporto: era al suolo con un’ala malconcia e perdeva sangue. L’ufficiale del «Gruppo Volo» e l’allievo dell’Esercito, vista la situazione, hanno indossato un paio di guanti riuscendo, non senza difficolt à, ad afferrare l’animale e a portarlo subito da un veterinario. D’accordo con la Forestale di Frosinone, il gheppio è stato poi trasferito nel centro di recupero della fauna selvatica a Fogliano, in provincia di Latina, dove lo hanno sottoposto alle prime cure e terapie. L ’uccello, una volta guarito, sarà di nuovo liberato nello stesso punto dove è stato recuperato dopo lo schianto contro l’elicottero.




Zampa artificiale con la stampante 3D: l’oca torna a camminare

La Bunny Corp, società di design digitale di Johannesburg, in Sudafrica, ha recentemente realizzato grazie ad una stampante 3D un arto artificiale per un oca selvatica a cui era stata amputata la zampetta. In poco tempo Ozzie, questo il nome dell ’oca, è tornata a camminare grazie alla sua nuova zampa artificiale. “Le stampanti 3D saranno sicuramente molto utili in futuro, soprattutto alle persone con disabilit à”, ha detto Philip Vander Walt, progettista presso la Bunny Corp.  




Ricostruita voce dei preistorici ‘uccelli del terrore’

È stata ricostruita la voce degli ‘uccelli del terrore’, i giganteschi uccelli carnivori preistorici incapaci di volare che popolavano il Sudamerica fra 62 e 2 milioni di anni fa. Un risultato possibile grazie alla scoperta dello scheletro fossile pi ù completo di uno di questi bizzarri uccelli, ad opera del gruppo di ricercatori guidati da Federico Degrange, dell ’Università di Cordoba in Argentina. Pubblicata sul Journal of Vertebrate Paleontology, la ricerca spiega che questa nuova specie di uccello del terrore o fororaco, chiamata Llallawavis scagliai, dimostra che nel periodo del Pliocene c’era una maggiore ricchezza di animali di quanto finora pensato. È il fossile più completo finora scoperto di fororaco, con oltre il 90% dello scheletro perfettamente conservato. ‘’È stato ritrovato a La Estafeta, piccola città a sud di Mar del Plata - spiega all’ANSA Federico Degrange - nel 2010. Usando delle tomografie siamo riusciti a ricostruire digitalmente il suo orecchio interno ’‘. In questo modo è stato possibile misurare la coclea e la sua capacità uditiva. ‘’Non sappiamo com’era la sua voce - continua Degrange - ma sappiamo che era capace di rilevare suoni a bassa frequenza, che sono quelli che subiscono meno modificazioni nell ’aria e potevano essere usati da questi uccelli per comunicare tra loro a lunghe distanze e segnalare possibili prede ’‘. E, sapendo quali suoni era in grado di udire, si può ipotizzare quale potesse essere la sua voce, su frequenze molto basse e ravvicinate. Poich é questi uccelli preistorici sono imparentati con le moderne chunas, piccoli uccelli terrestri che vivono in Sudamerica, si pu ò pensare che la loro voce fosse simile, dunque con suoni bassi e semplici, ma sotto la media degli attuali uccelli. Gli uccelli del terrore erano uccelli enormi e carnivori, incapaci di volare, alti fino a 3 metri con un becco a uncino e molto sanguinari. Erano i predatori predominanti nell ’era Cenozoica in Sudamerica, e questa nuova specie visse circa 3,5 milioni di anni fa in Argentina nel Pliocene.




Più liti per animali condominio, anche per insulti pappagalli

Fonte di affetto e compagnia ma in 32mila casi anche di liti. Sono infatti in aumento i contenziosi con al centro gli animali in condominio e in 12 casi hanno riguardato gli insulti dei pappagalli ai vicini di casa. Nel corso del 2014 le richieste arrivate al tribunale degli animali dell ’Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente) sono state oltre 32.000, rispetto alle 30.000 liti del 2013 (+7%). In particolare, le richieste di consulenza per le liti in condominio hanno riguardato prevalentemente problemi legati all ’abbaio dei cani, all’uso degli spazi comuni sempre da parte dei cani e in forte aumento le richiesta di intervento per problemi legati all ’uso degli ascensori. Sul totale delle liti in condominio per gli animali, 21.000 riguardano i cani, 7.000 circa i gatti in condominio e le altre riguardano altri animali, 12 liti a causa di insulti di pappagalli ai vicini di casa, una a Reggio Emilia nei confronti dell ’amministratore di un condominio che voleva far pagare le spese condominiali anche al cane di casa. La classifica delle citt à più litigiose si apre con Milano e Palermo, seguite a ruota da Roma, Napoli, Parma, Torino e Bologna. Le citt à maggiormente litigiose sono state Milano, Roma, Ancona, Napoli, Bologna, Palermo, Bari e Livorno. Anche per il 2015, Aidaa rende noto che tutte le richieste di consulenze legali legate alle liti condominiali aventi protagonisti gli animali al tribunale degli animali di Aidaa sono assolutamente gratuite.




Napoli, lotto, “pesca” con volatili: denunciati

Per piazzare le schedine precompilate del Lotto avevano ideato un ingegnoso sistema. Utilizzavano due volatili che all ’interno di due scatole piazzate in un banchetto nella centralissima via Venti Settembre “pescavano” i tagliandi vincenti. Il tutto in cambio di pochi euro. Ma questa pittoresca vendita non è sfuggita agli agenti della Questura che attirati dal capannello di persone che si era creato sono intervenuti ed hanno controllato i due giovani. È emerso che l’uso dei volatili non era regolare e i due, entrambi napoletani di 24 e 21 anni, sono stati denunciati a piede libero per maltrattamento di animali. I due uccellini sono stati presi in carico dai poliziotti che li hanno affidati all ’ente di protezione animale.




Un ‘orologio genetico’ regola la migrazione degli uccelli

Gli uccelli migratori come l’usignolo e lo stiaccino sono dotati di un ‘orologio genetico’ che stabilisce l’ora X a cui scatta la migrazione primaverile che li porta ad attraversare il deserto del Sahara per spostarsi dalle regioni dell ’Africa tropicale verso nord: ciò potrebbe spiegare la loro scarsa capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra) e l’Università di Milano-Bicocca. Il loro studio, pubblicato sulla rivista Molecular Ecology, è il primo a dimostrare un legame così forte tra la data di migrazione degli uccelli e il loro Dna. Un scoperta importante, se si pensa che ogni anno sono circa 2 miliardi gli uccelli appartenenti a centinaia di specie che si spostano fra le regioni tropicali africane e le regioni boreali e temperate dell ’Europa e dell’Asia. Studiando due di queste specie, l’usignolo e lo stiaccino, i ricercatori hanno scoperto che la data della migrazione è decisa dal gene ‘Clock’ (orologio), già noto come il regista di molte attività biologiche legate alla luce e alla durata relativa del dì e della notte. Questo gene si è conservato quasi inalterato nel corso dell’evoluzione: secondo i ricercatori, ‘’la sua scarsa variabilità lascia purtroppo presagire che le popolazioni di questi uccelli migratori difficilmente potranno adattarsi in modo rapido ai cambiamenti climatici, modificando in modo opportuno i tempi della loro migrazione primaverile ’‘.




Firenze, arriva la pet therapy anche con anatre e conigli

Non solo cani ma pure gatti, asini, conigli, tartarughe, uccelli, pesci, piccoli roditori, maiali, polli e anatre saranno impiegati in un progetto di pet therapy rivolto a pazienti psichiatrici al via a Firenze, per iniziativa dell ’Asl 10. Un gruppo di circa 15 persone affette da patologie psichiatriche con età media di 40 anni - spiega una nota dell’Azienda sanitaria - seguirà un percorso formativo di base finalizzato a far acquisire nozioni sulle caratteristiche fisiologiche, comportamentali degli animali presenti all ’Accademia cinofila fiorentina, in via dell’Argingrosso, nel capoluogo toscano. Una volta alla settimana, il mercoledì pomeriggio, per dieci volte, saranno nel centro per responsabilizzarsi nella relazione con l ’animale. Con loro ci saranno lo psichiatra Sandro Domenichetti, responsabile dei servizi di salute mentale di Firenze dell ’Asl 10, la psicoterapeuta e veterinaria Giovanna Carlini, gli educatori professionali Luca Paoletti, Anna Orlini, Alessandro Garsia, Michela Picciullo, Cristina Guerrieri, nonch é i conduttori degli animali dell’Accademia cinofila. Il progetto - si legge nel comunicato - “mira a riabilitare il paziente psichiatrico creando uno spazio sicuro, protetto, stimolante e confortevole all ’interno del quale lavorare sui legami oggettuali. La presenza degli animali, dai cani ai suini, dagli asini alle anatre, pu ò facilitare la comunicazione dei pazienti con gli altri e favorire l’empatia verso il mondo esterno. L’animale diventa anche un oggetto transizionale su cui proiettare le proprie paure ed emozioni e da cui acquisire sicurezza ed autostima ”. Le 15 persone coinvolte “avranno modo di conoscere la fisiologia, l’anatomia e il comportamento delle varie specie animali, avvicinandoli, potendoli toccare, giocando con loro, conducendo al guinzaglio il cane, verbalizzazione ed elaborando la loro esperienza ”.




Roma, poliziotta salva una poiana di Harris: era legata in un’auto

Poiana di Harris in salvo. È stata un’agente della poliziotta libera dal servizio a notare il rapace all’interno di un’auto parcheggiata in via Alessandro Cialdi alla Garbatella, a Roma. Dopo aver aspettato un po ’ di tempo, vedendo che nessuno si faceva vivo e chiedendo anche ad alcuni passanti, la poliziotta, appurato che l ’animale si trovava lì ormai da quasi due ore, ha deciso di chiedere l’intervento di altri colleghi e ha allertato il 113. Gli agenti del commissariato Tor Carbone hanno scoperto che l ’uccello era stato legato alla leva del cambio, condizione dalla quale tentava a suo modo di liberarsi sbattendo continuamente le ali e cercando di rompere con il becco gli anelli che gli erano stati messi sulle zampe per agganciare la corda cui era legato. Tutti i finestrini della macchina erano chiusi e il rapace non aveva cibo n é acqua. L’abitacolo era pieno dei suoi stessi escrementi. A quel punto è stato chiesto l’intervento di un veterinario dell‘Asl che ha immediatamente riconosciuto il rapace come una Poiana di Harris e, dopo aver accertato le pessime condizioni di custodia, ha dato il via al suo salvataggio. Cos ì, visto che non era stato possibile in alcun modo rintracciare né il proprietario dell’animale né quello dell’auto, con l’aiuto dei pompieri, è stato rotto un vetro dell’auto e il rapace è stato liberato. La poiana, una volta verificate le sue condizioni di salute, è stata poi affidata ad un centro di recupero fauna selvatica. Solo in serata un uomo si è presentato negli uffici del commissariato per reclamare l‘animale. In questo modo è stato possibile identificare il responsabile dell’incuria del rapace, che è stato poi denunciato per maltrattamento di animali.




Genova, tenta di esportare oltre 400 pavoni e piccioni: denunciato

Un carico di oltre 400 pavoni e piccioni stipati all’interno di gabbie piccolissime nascoste in un furgone è stato scoperto durante le operazioni di imbarco al porto di Genova. Il carico era diretto a Tunisi ed è stato scoperto dalla Forestale impegnata nei controlli a tutela degli animali in partenza per il Nordafrica. Alcuni di questi volatili erano in precarie condizioni di salute. Per questo motivo il conducente del mezzo che li trasportava è stata denunciato per maltrattamento di animali.




Messico, vola il traffico di animali esotici: boom di sequestri nel 2014

Il traffico di animali esotici è cresciuto negli ultimi anni in Messico, come dimostra l’aumento dei sequestri. Citando i dati dell’agenzia per la protezione ambientale del Messico (Profepa) e l’ufficio del procuratore generale federale (Pgr), Prensa Latina, l’agenzia di stampa con sede a L’Avana (Cuba), ha riferito che le confische di specie esotiche sono passate da 2.758 nel 2012 a 481.101 nel 2014. Le cifre da gennaio 2006 a gennaio 2015 mostrano che le tartarughe sono in cima alla lista degli animali coinvolti nel traffico, a quota 2.937, seguite da iguane (1.160), pesci (304), serpenti (271) e parrocchetti (203). La maggior parte degli animali sono stati venduti di contrabbando in diverse parti del Messico. I cinque Paesi stranieri in vetta all ’elenco delle destinazioni per le specie esotiche? La Spagna, seguita da lontano da Grecia, Francia, Giappone e Germania. Il 92 % dei sequestri sono stati realizzati nello Stato orientale del Messico di Yucatan, mentre quello meridionale di Guerrero è stato identificato come il principale fornitore di uccelli e rettili. Laddove Campeche come fonte di pappagalli, scimmie e cetrioli marini. Infine, Chiapas, Oaxaca e Veracruz entrano nella lista degli Stati in cui sono stati catturati la maggior parte dei pappagalli.




Attenti al Falco di Cooper, è il più inquinato del mondo

Un Falco di Cooper trovato a Greater Vancouver, in Canada, è l’uccello selvatico più inquinato del mondo. È la scoperta di un team di ricercatori canadesi pubblicata sul giornale Science of the Total Environment, dopo una analisi su campioni di fegato di rapaci feriti o morti nella zona di Vancouver. Secondo lo studio, i livelli di eteri di difenile polibromurato (PBDE) nello sparviere contaminato hanno raggiunto 196 parti per milione, superando quelli registrati in uccelli trovati nelle citt à della California e in un sito di rifiuti elettronici in Cina. I PBDE sono sostanze chimiche che agiscono come ritardanti di fiamma; una volta si trovavano in computer, impianti stereo, televisori, veicoli, tappeti e mobili. Anche se in Canada molti dei PBDE sono stati vietati dal 2000, continuano ad accumularsi nelle discariche dove si smaltiscono prodotti ricchi di queste sostanze. Nel Delta del fiume Fraser nella Columbia Britannica, per esempio, la quantit à di PBDE è raddoppiata ogni 4 anni negli ultimi 40 anni. Kyle Elliott dell’Università di McGill, tra gli autori dello studio, spiega: “Molti animali tra cui coyote, aquile e falchi si nutrono del cibo delle nostre citt à. Un aspetto negativo è il grande inquinamento. I livelli di PBDE negli storni, prede preferite dai falchi, annidati nella discarica, erano 15 volte superiori a quelli negli storni fuori Vancouver ”. “Siamo stati sorpresi di vedere alti livelli di contaminanti in quella che ritenevo una citt à ‘verde’. Possiamo solo sperare - conclude - che poiché molte forme di PBDE sono state vietate e queste contaminazioni stanno rapidamente scomparendo da aironi e cormorani di Vancouver, lo stesso avvenga per altre specie di uccelli ”.




New York spegne le luci per aiutare gli uccelli migratori

New York si spegne per aiutare gli uccelli migratori. Il Governatore dello Stato, Andrew Cuomo, ha annunciato che dalle 23 fino all ’alba tutte le luci non necessarie degli edifici pubblici dovranno essere spente durante le stagioni migratorie che hanno il loro picco in primavera e in autunno. Si ritiene infatti che gli uccelli migratori, durante le ore pi ù buie, utilizzino le stelle per navigare lungo il loro percorso e che quindi possano essere disorientati dalle luci artificiali che a volte, accecandoli, li inducono a schiantarsi contro i grattacieli. Il fenomeno, noto come «attrazione fatale luminosa», ogni anno provoca la morte di oltre un miliardo di uccelli in tutti gli Stati Uniti. Sono milioni gli uccelli che attraversano il territorio di New York, lungo l ’Atlantic Flyway, una delle quattro principali rotte migratorie in Nord America. E ora gli animali che passano sopra la citt à di notte avranno maggiore possibilità di raggiungere la loro destinazione. Lo Stato si unirà così ad altri ben noti punti di riferimento di New York, come il Rockefeller Center, il Chrysler Building e il Time Warner Center, che hanno gi à aderito al programma della National Audubon Society. «Si tratta di un semplice passo per proteggere questi uccelli migratori che abitano le foreste, i laghi e i fiumi di New York », ha detto Cuomo in un comunicato. Cuomo ha anche annunciato il lancio del sito Internet “I Love NY Birding” che fornirà informazioni utili agli appassionati di `bird watching´ sui luoghi dello Stato dove è possibile vedere da vicino le numerose specie animali della regione. La National Audubon Society lavora gi à con le altre grandi città per proteggere gli uccelli, tra cui Baltimora, Chicago e San Francisco. Ad essere influenzati dalle luci sono per lo pi ù gli uccelli canori migratori come capinere, tordi e passerotti più che gli uccelli locali, che imparano dove poter volare in sicurezza.




Filottrano, è tornato a casa Frankie, il pappagallo che crede di essere umano

È tornato a casa Frankie, il pappagallo che si crede un umano, a Filottrano. È stato trovato da alcuni extracomunitari e restituito al proprietario. «Sta bene e vuole tante coccole». Il simpatico pappagallo Ara femmina di un anno e mezzo vive nella frazione di Montoro con il padrone il 27enne Giacomo Luchetta, che per effetto dell ’imprinting, crede sia la sua mamma. L’animale non tornava a casa ormai da giorni. Ora il ritrovamento. Giacomo Luchetta ha svezzato Frankie a 5 mesi e da allora vive in simbiosi con il suo pappagallo che lo scambia per la sua mamma. L ’animale è abituato a volare su Montoro dove ormai lo conoscono tutti, si sono affezionati, gli offrono cibo e coccole.




Pavia, arsi vivi 30 mila fagiani: corto circuito in un allevamento

Sarebbero circa 30 mila i fagiani arsi vivi in un incendio scoppiato in un allevamento alla frazione Stradella di Gambol ò (Pavia), l’azienda avicola Boggiani. La causa sembra un corto circuito: la scintilla ha trovato facile alimento nella paglia e le fiamme si sono propagate rapidamente a una serie di serragli in cui si trovavano i volatili. Il danno potrebbe essere nell ’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro tra gli animali persi e le strutture compromesse. Cinque squadre di vigili del fuoco confluite da tutta la provincia hanno lavorato per molte ore per domare il rogo e mettere in sicurezza l ’allevamento.




Casoria (NA), oche picchiate da una banda di ragazzini: 2 sono morte

Oche prese di mira nel parco comunale di via Pio XII a Casoria, nel napoletano. Una banda di minorenni è entrata in azione nelle prime ore del pomeriggio, pochi minuti dopo l’apertura della villa, alcuni giorni fa. I ragazzini si sono subito accaniti contro le ochette che da tempo vivono nel laghetto. Prima qualche mollichina per attirarle, poi pugni, calci e percosse sotto gli occhi dei passanti, che hanno immediatamente avvertito le forze dell ’ordine. Nonostante la sede dei carabinieri si trovi non lontano dallo spazio verde, all ’arrivo dei militari, la baby gang si era già dileguata. Il bilancio è stato gravissimo, secondo il Giornale di Napoli due oche non hanno resistito e sono morte. Ed è subito scattato il putiferio, anche sui social network, per chiedere maggiore sorveglianza nella villa di Casoria. “I controlli sono troppo superficiali e si permette ad ognuno di fare quello che vuole ”, dicono i residenti di via Pio XII.




Un dinosauro-pipistrello volava tra gli alberi

Scoperti i resti fossili del primo dinosauro-pipistrello: vissuto in Cina 160 milioni di anni fa, era dotato di stravaganti ali membranose che gli consentivano di compiere piccoli voli tra gli alberi alla ricerca di prede. Per questa sua inedita caratteristica anatomica, i paleontologi cinesi autori del ritrovamento lo hanno battezzato Yi qi ( ‘strana ala’, in mandarino) e su Nature lo presentano come un ‘esperimento’ fallito dell’evoluzione. Grande quanto un piccione e con il corpo ricoperto di piume, Yi qi appartiene ad un misterioso gruppo di piccoli dinosauri noti come scansoriopterigidi: sebbene fosse nota da tempo la loro stretta parentela con gli uccelli pi ù primitivi (come il famoso Archaeopteryx), finora non erano state trovate prove che dimostrassero la loro capacit à di spiccare il volo. Ora questa ipotesi riprende quota proprio grazie ai resti di ali membranose ritrovati nei fossili del dinosauro pipistrello. Le sue ‘vele’, mai osservate prima d’ora in un dinosauro, erano appese ad un lungo osso che si dipartiva dal ‘polso’ delle zampe anteriori: sebbene sia impossibile definire con certezza la loro forma e le dimensioni, i paleontologi sostengono che potevano essere sbattute per volare, proprio come fanno i pipistrelli, oppure potevano essere usate per planare, come fanno gli scoiattoli volanti. ‘’Non sappiamo de Yi qi sbatteva le ali o planava - commenta il coordinatore dello studio Xu Xin, dell ’Istituto di paleontologia dei vertebrati e paleoantropologia di Pechino - ma sappiamo che ha sviluppato un ’ala che è unica nella transizione dai dinosauri agli uccelli’‘.