Unione Italiana Ornitofili
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La necessità di una legge per l’allevamento e la detenzione delle specie animali



Alla base della salvaguardia della vita sulla Terra c’è l’assunto che ciascuna specie limiti la propria crescita numerica quanto basti a consentire alle altre specie di coesistere. Esistono in natura dei meccanismi che spesso permettono un autocontrollo della crescita demografica, impedendo il raggiungimento di livelli numerici incompatibili con la vita. La popolazione umana tuttavia, grazie ad un vertiginoso sviluppo delle capacità tecniche, sembra attraversare una fase di crescita esplosiva che non trova al suo interno sufficienti meccanismi di autocontrollo demografico e rende non più fantascientifica la visione di un mondo trasformato in deserto.
Alla luce di queste considerazioni va ripensato il nostro rapporto con il mondo animale, di cui spesso dimentichiamo di essere parte, e che rischia di spezzarsi irreversibilmente. Nella speranza che si arresti in un futuro non lontano la distruzione degli habitat naturali e delle biodiversità, va riconsiderato il ruolo che può svolgere, al presente, il mantenimento degli animali in cattività, tema che è stato oggetto di contrastanti opinioni nel recente passato, ma che merita di essere rivalutato.

Il mantenimento degli animali in cattività, svolto da strutture pubbliche e private, ma anche da singoli cittadini a titolo amatoriale, presenta alcuni aspetti sicuramente positivi:
è una reale fonte di conoscenza e di ricerca sulle specie
si può inserire in progetti di conservazione, fornendo quelle forme animali necessarie alla ricostruzione degli habitat naturali
è una salvaguardia di patrimoni genetici, che altrimenti potrebbero andare persi
avvicina l’uomo alla natura anche nelle sue componenti estetiche e sentimentali, che pure sono fondamentali per ricostituire un rapporto corretto con gli animali
svolge una funzione altamente educativa.

Le attuali norme che regolano la detenzione degli animali in cattività risentono di una visione miope del problema e non pongono nel giusto conto gli aspetti prima ricordati. Di fatto esse fanno riferimento a contesti non omogenei o estranei a tali problematiche, quali gli allevamenti finalizzati ai ripopolamenti per l’attività venatoria o gli allevamenti intensivi destinati all’alimentazione, e non giovano dunque a precisare il ruolo e la funzione svolti da chi opera con finalità amatoriale e che spesso è attento anche a tematiche di conservazione.
Inoltre esse, in specie la legge 157 del 1992 (che fissa criteri per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e la legge 150 che regola il commercio e la detenzione di fauna protetta (D.L. 12 gennaio 1993 convertito in legge 13 marzo 1993 n. 59), in molti punti si pongono in contrasto con altre leggi, e spesso non si raccordano con le direttive europee.

C’è dunque necessità di una legge che, nel semplificare e unificare le normative precedenti, sappia tuttavia rivalutare il ruolo della detenzione degli animali in cattività, coinvolgendo in questo discorso le istituzioni scientifiche, in primo luogo le università ed il CNR, gli operatori degli zoo e dei parchi faunistici, gli allevatori stessi.
In maniera preliminare è tuttavia necessario riaffermare il principio che va comunque ed innanzitutto tutelato: il benessere degli animali allevati a qualsiasi titolo, siano essi domestici o selvatici.
“Ogni animale, ogni singola specie vivente” afferma Desmond Morris “è l’affascinante punto di arrivo di un’evoluzione durata milioni di anni. Ciascuno si è adattato in modo unico ed irripetibile al proprio tipo di vita e ciascuno, sia esso il passero comune o il raro uccello del paradiso, merita il nostro rispetto”.


Dottor Antonio De Marco*
(da Ornitofilia, n.2, 1996)

* Il Dottor Antonio De Marco, primo ricercatore del CNR e professore presso la Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza con insegnamento di un corso biennale di Ecologia, Direttore Scientifico del Parco Faunistico di Piano dell’Abatino, ha coordinato il gruppo di esperti (tra i quali anche il Presidente UIO Massimo Camerata) che ha redatto, nel 1996, la bozza di proposta di legge “Norme per la detenzione di animali a titolo amatoriale o di conservazione”.









Unione Italiani Ornitofili, 2006
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