Unione Italiana Ornitofili
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Domestico e selvatico



La distinzione tra specie ornitiche domestiche e selvatiche è un momento fondamentale nella visione etica dell’ornitofilia.
Questa distinzione, tra l’altro finora assente in qualsiasi norma legislativa riguardante gli animali, è invece indispensabile perché, ovviamente, ben differente è l’approccio ed il rapporto con le due categorie di animali.

Gli uccelli selvatici sono in realtà dei sopravvissuti all’espansione ed alla conquista umana della Terra. Esistono solo perché liberi, vanno protetti e va evitata qualsiasi forma di ingerenza umana nei loro confronti.
Come Unione Italiana Ornitofili abbiamo più volte ribadito che vogliamo che restino liberi e che liberi possano riprodursi. Siamo e restiamo contrari alla loro cattura ed al vergognoso commercio che su di essi prospera: secondo noi gli uccelli selvatici posso essere allevati, in condizioni rigidamente controllate, solo ed esclusivamente per un fine di protezione ed incremento della specie in natura.

Gli uccelli domestici al contrario sono proprio il risultato della conquista umana del pianeta. Comparsi in una fase particolare dell’evoluzione umana, per loro la libertà è uguale all’estinzione poiché dipendono, più o meno totalmente, da noi.
È però evidente che se l’addomesticamento ha prodotto un cambiamento radicale negli animali che lo hanno subito non meno importante è stato il cambiamento che ha prodotto negli umani. È stata infatti la più importante rivoluzione culturale compiuta dall’uomo: con l’addomesticamento crolla la barriera tra le specie. Con gli uccelli, così come con tutti gli altri animali domestici, è infatti possibile instaurare rapporti sociali, gerarchie, scambi comunicativi ed oggettivi. Un’incredibile e stupefacente rivoluzione.
Il rapporto uomo-animale domestico (nel nostro caso gli uccelli) deve però basarsi sul presupposto che l’animale non è un oggetto di cui si dispone, un essere degradato da utilizzare per i propri scopi e bisogni. L’animale domestico è un essere vivente con il quale si decide di instaurare un rapporto. In altre parole, che instaura con l’uomo una sorta di patto morale; deve pertanto essergli garantita una vita senza sofferenze e con il maggior benessere possibile. Sul lato pratico tutto ciò ritraduce in una serie di norme che in molte occasioni (convegni, corsi, articoli e pubblicazioni) abbiamo indicato: spazi adeguati di vita, rispetto delle esigenze fisiologiche dell’animale, riconoscimento della dignità che è propria di ogni essere vivente.

Oltre queste due categorie, domestico e selvatico, ne esiste una terza, che ha confini nebulosi e definizioni incerte: si tratta di quei soggetti semiaddomesticati o di quelli inselvatichiti che spesso incontriamo nella nostra “attività” di ornitofili. Animali al confine tra il selvatico ed il domestico e che non rientrano in alcuna delle due categorie, che io definisco, con un termine mutuato dalla psichiatria, “border line”, cioè sulla linea di confine.
Così, per esempio, i piccioni che vivono nelle piazze delle nostre città, o quei soggetti recuperati in natura, feriti o caduti dal nido, e ce vengono liberati, quando possibile, dopo un periodo di allevamento o di riabilitazione in voliera.
Con questi animali ovviamente vanno aumentate le precauzioni e le attenzioni che già dobbiamo agli altri: non sono totalmente domestici, quindi confidenti ed abituati al rapporto con l’uomo, ma spesso neanche più selvatici, cioè in grado, per esempio, di vivere autonomamente in libertà.

Comunque sia, domestico o selvatico, semiaddomesticato o inselvatichito, la vita di ciascun animale ha, per lui, un valore. Gli animali, e tra questi ovviamente gli uccelli, provano sofferenza psichica e fisica, sono capaci di modificare l’ambiente, hanno comportamenti istintivi ed appresi, un linguaggio, una coscienza di sé. Sono esseri viventi con i quali convivere pacificamente e con i quali condividere la Terra. Non dimentichiamolo.


Massimo Camerata - Presidente Unione Italiana Ornitofili
(da Ornitofilia, n.1, 1996)



























Unione Italiani Ornitofili, 2006
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