Pappagalli, allevare per salvare

 

 

Su 330 specie di pappagalli censite in natura, il 20% è in pericolo d’estinzione. Per salvare e bloccare i prelievi in natura l’allevamento appare la migliore soluzione. L'Unione Italiana Ornitofili è voluta intervenire con questo documento, un vero e proprio 'manifesto programmatico', stilato dalla Commissione Scientifica, che traccia le linee d'azione nei prossimi anni per gli iscritti.

 

La diminuzione degli Psittaciformi in natura è un fenomeno massiccio è preoccupante, quasi inarrestabile. Quattro sono le ragioni principali: deforestazione, commercio illegale, caccia e commercio legale.

La deforestazione è un dramma ecologico planetario. Nei paesi tropicali e subtropicali il legno viene tagliato per essere venduto ai paesi sviluppati. Inoltre queste regioni conoscono un’esplosione demografica rapidissima, che obbliga alla creazione di nuovi spazi abitativi ed al taglio del legno per le costruzioni. Un caso a parte è quello dell’Amazzonia, dove le foreste sono abbattute per creare nuovi pascoli per il bestiame.

Il commercio illegale è una ragione importante della diminuzione in natura dei pappagalli, che si colloca appena dopo il traffico di droga, da un punto di vista economico, nelle attività dei gruppi criminali.

La pressione cinegenetica si aggiunge a tutte queste minacce che pesano sulla sopravvivenza degli Psittacidi. Questi sono infatti tutt’oggi cacciati sia per la carne che per le loro magnifiche piume.

Infine il commercio legale, disciplinato dalla Convenzione di Washington, che definisce annualmente la quota di pappagalli prelevabili. Solo le specie che non sono considerate come direttamente minacciate d’estinzione possono essere oggetto di commercio.

Questo tipo di commercio esercita un’importante pressione sulla popolazione selvatica, che diminuisce anno dopo anno. Un pappagallo è capace di riprodursi solo verso l’età di sei-sette anni e mette al mondo da uno a tre giovani per anno. Si tratta cioè di specie poco prolifiche e molto sensibili ai prelievi.

Interdire totalmente l’esportazione dei pappagalli è una scelta sbagliata. Questo sia per le forti richieste del mercato, sia perché i paesi esportatori hanno in ogni caso bisogno di denaro e si rischierebbe d’incrementare il commercio clandestino, senza una diminuzione dei prelievi in natura.

 

 

L’allevamento è l’unica soluzione

Per contrastare il commercio clandestino e ridurre quello legale l’allevamento è l’unica soluzione accettabile e realistica per la protezione degli Psittacidi. Lo stesso principio è già stato adottato, con successo, per bisonti, coccodrilli e struzzi. Esiste tutta una serie di considerazioni che portano a considerare l’allevamento l’unica valida alternativa all’estinzione.

Prima di tutto va ricordato che le importazioni si svolgono spesso in condizioni inaccettabili per ogni persona che abbia a cuore la sorte di questi uccelli. Chi acquista un uccello d’importazione resta spesso molto deluso dal comportamento dell’animale. Può capitare, infatti, che il pappagallo sia affetto da clamidiosi o salmonellosi, soprattutto nel periodo immediatamente successivo al suo arrivo in Europa. Spesso, nel periodo intercorrente tra la cattura e la vendita, esportatori ed importatori ‘imbottiscono’ l’uccello di antibiotici, per evitare che si ammali. Anche se sopravvive, il pappagallo non diverrà mai domestico. Lancerà spesso grida violente, beccando chi si avvicina alla gabbia, senza riuscire ad avare un rapporto diretto, comunicativo, con l’uomo.

 

 

Come non farsi ingannare

Come si può riconoscere un uccello d’importazione al momento dell’acquisto? Semplicemente osservandolo. Un animale nervoso, impaurito, in cattive condizioni di salute, che sbatte furiosamente o si rifugia in un angolo della gabbia, non è certo domestico.

Un uccello acquistato da un commerciante deve avere sempre un documento CITES che ne certifichi la provenienza legale.

Se l’uccello è nato in un allevamento avrà un anello inamovibile alla zampa, che ne garantisce la nascita domestica. Sull’anello sono sempre riportati l’anno di nascita, un numero progressivo ed il numero di pedigree dell’allevatore, un’ulteriore garanzia per chi acquista.

Attualmente la scelta di un uccello domestico è obbligatoria per chi abbia a cuore le sorti di queste specie in natura, ma non voglia privarsi della compagnia di un pappagallo. Tutti gli uccelli nati in allevamento, infatti, contribuiscono a diminuire le richieste di animali d’importazione e partecipano in tal modo alla protezione della fauna selvatica.

Commissione Scientifica - Unione Italiana Ornitofili

 

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