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Unione Italiana Ornitofili
Quel genio del canarino (06/04/07)



Forse non tutti sanno che il canarino domestico è da tempo oggetto di studio presso la Rockefeller University di New York, dove sono tra l’altro in corso le ricerche più avanzate al mondo sul canto degli uccelli.
I ricercatori statunitensi hanno scoperto che il nostro piccolo amico ha un sistema nervoso centrale particolarmente complesso, nel quale è presente un centro del canto, in una zona cerebrale che nell’uomo presiede ai processi cognitivi del linguaggio. Inoltre i ricercatori hanno evidenziato che il canarino ha una capacità unica, almeno per le conoscenze attuali, nel mondo animale (uomo compreso): è in grado di rinnovare le cellule cerebrali, i neuroni. Ciò vuol dire che la mente del canarino ringiovanisce in continuazione e che il piccolo uccello domestico può apprendere per tutta la vita, riuscendo, per esempio, ad aggiungere nuove frasi al suo repertorio “musicale”.
Gli scienziati hanno inoltre dimostrato che in primavera il flusso di testosterone, cioè l’ormone sessuale maschile, nel canarino maschio  agisce proprio sul centro cerebrale del canto, stimolando appunto il canto, che nei canarini interviene quale carattere sessuale secondario nella scelta del partner per l’accoppiamento. Si è visto infine che se si somministra ad una femmina una certa dose di testosterone anch’essa svilupperà un centro cerebrale del canto e si metterà a cantare.

Interessanti studi sono stati intrapresi anche sul comportamento del canarino, che è risultato più complesso di quanto creduto sin ora. Si è osservato, per esempio, che in una colonia in voliera i canarini instaurano una vera e propria gerarchia, con soggetti dominanti ed altri sottomessi, che si manifesta però solo nei luoghi d’uso comune, come mangiatoie e beverini. In realtà ogni canarino tende a crearsi un proprio territorio, all’interno del quale è sempre il più forte, con un’aggressività inversamente proporzionale alla distanza dal territorio stesso.

Sempre alla Rockefeller University, un famoso neurobiologo, il dottor Nottebohm, ha scoperto, verso la fine degli anni Novanta dello scorso secolo, che la femmina del canarino, nelle uova in formazione nell’ovidotto, “aggiunge”, oltre a proteine, grassi ed altre sostanze, un po’ di testosterone. Lo fornisce senza distinguere il sesso dei nascituri, ma solo per fare in modo che i soggetti più deboli abbiano la forza necessaria per alzare la testa nei primi giorni di vita e ricevere l’imbeccata.
Si tratta di uno studio importantissimo, che apre una nuova strada di ricerca, con implicazioni anche in altre specie animali e nell’uomo, per capire come i genitori possano influenzare lo sviluppo dei loro discendenti, addirittura scavalcando il programma innato scritto nel codice genetico di ogni individuo.
E poi ancora oggi c’è chi afferma che il canarino non è un animale intelligente!





                                                                              Massimo Camerata